
Walter Cronkite

Leonard Downie
ROMA – Leonard Downie, giornalista del “Washington Post” dal 1964, ha detto, “mi trovavo con un piccolo ma crescente numero di giornalisti investigativi. La mia serie di articoli del 1966 sul “Post” sulla corruzione di giudici, avvocati incompetenti e rapaci nella vecchia DC Court of General Sessions ha svolto un ruolo nella modifica della Corte Suprema”.
In ogni caso ai tempi del Watergate, dice Downie, “siamo stati ignorati e criticati dal resto dei media e dalla maggior parte del paese, sotto l’attacco dell’Amministrazione Nixon e dei suoi sostenitori. E’ stato un periodo di tensione per quelli di noi che lavoravano con Bob e Carl, per la nostra credibilità e il futuro del nostro giornale in prima linea. Prima della pubblicazione, eravamo preoccupati e valutavamo ogni parola di qualsiasi articolo”.
All’inchiesta del “Post”, si aggiunsero poi anche il Los Angeles Times, il New York Times e Cbs News. Undici giorni prima della rielezione del presidente Richard Nixon nel novembre 1972, Walter Cronkite in un inedito di 15 minuti del suo “Cbs Evening News” mandò in onda al Watergate, ben visibile con gli articoli del Post. Nell’occasione descrisse, “l’affare Watergate” come “una campagna di sabotaggio e di spionaggio politico, apparentemente senza precedenti nella storia americana”.
Da quel momento il giornalismo di investigazione si è diffuso in tutto il mondo. Per la sua natura, in genere, il giornalismo investigativo viene svolto da freelance svincolati dai tempi di redazione o da giornalisti di inchiesta interni alle testate con una ampio margine di tempo e libertà d’azione.
“Il web permette di avere degli insuccessi senza dover perdere niente e questa è anzi una delle sostanze di cui esso è fatto. Uno dei nostri obiettivi è che le persone usino il sito in diverse maniere in modo da rendersi conto di che cosa funziona e cosa no”, dice del giornalismo investigativo no-profit, il giornalista inglese, Paul Bradshaw.
Ma dopo lo scandalo delle News di Murdoch, molti chiedono di ridisegnare il futuro deontologico del giornalismo d’inchiesta, soprattutto nel Regno Unito. Riguardo al futuro del giornalismo investigativo, il presidente del Comitato sul giornalismo della Camera dei Lord inglese, Lord Inglewood il giornalismo investigativo “nel Regno Unito gioca un ruolo chiave per il sistema di democrazia, overnante e trasparenza finanziaria” e ha ammesso, “responsabilità e alta qualità, risultano essere elementi importanti per questo tipo di giornalismo, che oltre ad informare dà anche un contributo educativo e morale’’.
Un giornalista di inchiesta può spendere mesi per sviluppare e preparare un’indagine giornalistica o un libro inchiesta. Il giornalismo tradizionale si fonda su un criterio di assunzione di legittimità delle fonti ufficiali e istituzionali; il giornalista investigativo si basa su una ricerca di informazioni fondata sulle fonti primarie relative ad una dato fenomeno. Il minimo comune denominatore del giornalismo investigativo è in ogni caso il tempo investito nel lavoro di inchiesta.
Steve Weinberg, professore di giornalismo all’Università del Missouri, ha definito il giornalismo investigativo, come un “racconto, sulla base della propria iniziativa e del proprio lavoro, fatti che siano rilevanti per i lettori, gli spettatori o gli ascoltatori”. Per l’inglese Hugo de Burgh, teorico dei media, “un giornalista investigativo è un uomo o una donna la cui professione è di scoprire la verità e identificare gli scostamenti da essa in qualsiasi media possa essere disponibile”.
Naturalmente, in genere, i soggetti del reportage vorrebbero che le materie sotto indagine rimanessero nascoste. Tuttavia, il giornalismo investigativo è distinto dal lavoro apparentemente simile svolto da polizia, avvocati, ispettori ed enti regolatori poiché non è limitato agli oggetti di indagine, non ha un fondamento giuridico ed è strettamente collegato con la divulgazione.
Vista la natura peculiare del suo lavoro il giornalista investigativo si avvale di analisi di documenti di provenienza istituzionale (governo, parlamento, magistratura, enti internazionali), privata (multinazionali, Ong, centri di analisi privati) o scientifica (università e centri di ricerca). Di investigazioni giornalistiche basate sull’analisi di complessi database, di analisi di fonti aperte disponibili online o offline e fonti documentali a stampa. Si avvale dell’utilizzo di software specifici per il data mining e dell’utilizzo di portali di accesso a dati amministrativi di persone giuridiche e fisiche ma anche di rapporti con fonti confidenziali di provenienza istituzionale o privata. E infine l’utilizzo della legislazione del Freedom of Information Act per accedere a materiale documentale riservato o declassificato (come ad esempio i materiali dell’Operazione Condor ottenuti dal Dipartimento di Stato americano). (2-continua – riproduzione riservata)