di Mattia Bernardo Bagnoli
LONDRA (Gran Bretagna) – Oltre 2 milioni di mail “compromettenti” scambiate tra politici e ministri siriani con esponenti interni ed esterni al regime, aziende (spesso occidentali) comprese. Tra queste figura anche l’italiana Finmeccanica.
Sono i file-siriani, l’ultima uscita di Wikileaks – il sito antisegreti fondato da Julian Assange – presentata oggi a Londra al Frontline club in partnership con altre testate europee, americane e mediorientali.
“Il materiale – ha detto, in un comunicato, Assange, che al momento si trova all’ambasciata ecuadoriana in attesa di sapere se la sua richiesta di asilo verrà accettata o meno, – è compromettente per la Siria, ma lo è anche per i suoi oppositori. Ci aiuta a non criticare solamente un gruppo o l’altro, ma a comprendere i loro interessi e pensieri. Solo se riusciremo a capire questo conflitto possiamo sperare di risolverlo”.
Ecco, nel caso dell’Italia, emerge una relazione quanto meno “spericolata” tra la controllata di Finmeccanica, Selex Elsag, e il regime siriano.
Stando, infatti, a quanto pubblicato in anteprima dall’Espresso, “anche oggi gli apparati della repressione possono contare sulla tecnologia avanzata italiana” fornita dalla società. Ovvero una “rete di comunicazione formidabile”.
“Finmeccanica – prosegue il settimanale – ha venduto alla Siria uno dei suoi prodotti leader: il sistema Tetra, una rete per le comunicazioni che permette conversazioni e trasmissione di dati e ha avuto un successo commerciale mondiale. E’ affidabile, sicuro e garantisce il funzionamento in qualunque situazione. Non è un apparato dichiaratamente militare, ma può diventarlo: permette comunicazioni criptate a prova di intercettazione e collega qualunque veicolo, elicotteri inclusi. Alcune componenti di Tetra, come i programmi di cifratura, sono ‘dual use’ e l’esportazione deve essere autorizzata dal governo italiano”.
E fin qui business as usual, visto che “il contratto con Damasco risale al 2008”, quando la primavera araba era ancora di là da venire. Una mail del 2 febbraio 2012 annuncia però “l’arrivo a Damasco degli ingegneri della Selex per istruire i tecnici della Intracom Syria sull’uso di varie componenti della tecnologia Tetra, tra i cui i terminali degli elicotteri”.
La repressione in questo caso è già iniziata da tempo e d’altra parte i contatti tra la Syrian Wireless Organisation e la Selex – attraverso l’intermediaria greca Intracom, che ha una divisione anche in Siria – sono “frequenti”.
“Nell’email – conclude l’Espresso – non si specifica se si tratti di elicotteri della polizia o anche militari”.
“I file – ha dichiarato Sarah Harrison di Wikileaks riferendosi ai documenti presentati oggi a Londra – dimostrano come l’Occidente dica una cosa, ma poi faccia l’opposto”. (Ansa)