Sabato 2 giugno il giornalista, che diresse la Rai di Ancona e fondò l’Ifg di Urbino, sarà festeggiato nella sua casa di Napoli

L’Odg Marche soffia sulle 90 candeline di Mascilli Migliorini

Enrico Mascilli Migliorini (a dx), che diresse per 7 anni, dal 1958 al 1965, anche la sede Rai di Cosenza, e Carlo Bo

ANCONA – Enrico Mascilli Migliorini festeggerà sabato prossimo, 2 giugno, il traguardo dei novant’anni. Nella sua residenza di Napoli sarà attorniato da figli, parenti e dai tantissimi amici che arriveranno dalle Marche e dalle città dove ha svolto la sua attività di giornalista, docente universitario e ricercatore.
Enrico Mascilli Migliorini ha trascorso una vita nelle Marche, prima come direttore della sede Rai di Ancona, poi come professore e preside della Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino. E’ stato fra l’altro, assieme a Carlo Bo, fra i fondatori della prestigiosa Scuola di giornalismo, la seconda d’Italia e oggi riconosciuta come uno dei poli formativi più importanti a livello europeo.
Durante il periodo della Resistenza Mascilli Migliorini ha curato l’edizione clandestina del “Veneto liberale” a Venezia e subito dopo la liberazione ha aperto e diretto a Udine il “Messaggero veneto”, ancora oggi il quotidiano del Friuli Venezia Giulia, ma che subito dopo la guerra era l’unico giornale italiano del mattino per Trieste e Gorizia sotto il controllo alleato.
Nel 1949 lascia Udine per Napoli dove entra nella redazione del “Giornale”. Nel 1960 diventa capo della redazione giornalistica della Rai e responsabile dei servizi giornalistici per l’Italia meridionale.
Nel 1958 riceve l’incarico di aprire a Cosenza la sede regionale della Rai per la Calabria. Sarà poi direttore della sede Rai di Ancona (1965) e di Firenze (1970).
Nel 1967 comincia la sua carriera universitaria a Urbino. Il rettore Carlo Bo gli offre l’incarico come docente di Sociologia della comunicazione. Nel 1977 Enrico Mascilli Migliorini lascia la Rai e vince il concorso nazionale per professore ordinario e nel 1980 diventa Presidente del Corso di laurea in Sociologia della Facoltà di Magistero, poi trasformato in Facoltà.
Nel 1990, su incarico di Carlo Bo, promuove la nascita, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti delle Marche, dell’Istituto per la formazione al giornalismo e della Scuola che, in oltre vent’anni, ha formato oltre trecento giornalisti che oggi lavorano nelle principali testate italiane e all’estero.
Nel campo della sociologia Enrico Mascilli Migliorini è considerato un punto di riferimento e ha fatto di Urbino uno dei poli a livello nazionale. Grazie anche alla sua collocazione geografica, Urbino è diventata la frontiera di impatto fra Nord e Sud, sia per quanto riguarda il bacino d’utenza studentesco, sia per la figure di studiosi che si sono avvicendate nel capoluogo feltresco.
Mascilli Migliorini ha pubblicato diversi libri fra i quali “La strategia del consenso (1974 – Rizzoli editore), “La comunicazione istantanea” (1987 Guida editori), “La comunicazione nell’indagine sociologica” (Nuova Italia scientifica).
E’ stato anche fondatore e direttore della rivista “Sociologia della comunicazione”, edita a Milano da Franco Angeli, che è il foro più aggiornato dei problemi della comunicazione nelle diverse agenzie di socializzazione: la Scuola, l’Industria, il Giornalismo.

2 commenti:

  1. Antonio La Tella

    Sono stato amico di Enrico Mascilli Migliorini sin dagli anni del suo impegno nella sede napoletana della Rai.
    Bella ed accurata la biografia che ne fa ora l’Ordine dei Giornalisti delle Marche, e riportata da “Giornalisti Calabria”, ma con un errore non da poco. Mascilli Migliorini scese quaggiù per aprire una nuova sede Rai non a Cosenza, ma a Reggio. L’idea era quella di acquistare lo stabile del Centralino Belfanti Hotel sul Lungomare. Ad imporne il dirottamento su Cosenza sarebbe intervenuto l’on Gennaro Cassiani, all’epoca Sottosegretario alle Poste e Telecomunicazioni che, in ragione del ruolo, in Rai contava. Parecchio. Davanti al supruso, io mi impegnai in una polemica all’epoca subita più che sostenuta dalla classe politica locale tutta intenta a fare da scendiletto ai potenti di turno (fossero pure di Roma, di Cosenza o di Catanzaro).

  2. Un brindisi agli immortali!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *