
La giornalista sportiva Rai Paola Ferrari
ROMA – Le telegiornaliste sono fra le categorie maggiormente esposte alla minaccia del dilagante stalking “virtuale” che ha ormai ampiamente sorpassato quello reale. La tendenza è confermata da uno studio svolto dal Polo Psicodinamiche di Prato che ha monitorato oltre 100 fra siti web, blog e giornali on line.
Secondo la ricerca, gli stalker virtuali – ormai avvantaggiati dal fatto che la tecnologia e gli onnipresenti social network quali Twitter e Facebook “avvicinano” vip, divi e quindi anche le giornaliste alle persone comuni – sono diventati particolarmente aggressivi proprio con i “volti” femminili che presentano e conducono i telegiornali.
Le giornaliste televisive risultano essere preferite, con il 33%, rispetto ad altre categorie: attrici e showgirl (24%), opinioniste (18%), cantanti (11%), politiche (9%), imprenditrici (3%). Ciò che le rende più soggette a questo tipo di insidia, è innanzitutto la familiarità (36%), dovuta al fatto che i loro volti entrano nelle case degli italiani e divengono parte del loro vivere quotidiano, nonché il loro atteggiamento rassicurante e materno (27%), ancor più evidenziato quando devono riferire brutte notizie di cronaca o di attualità economica.
Il 22% dei commenti raccolti in Rete indica nell’avvenenza sexy, ma non ostentata, il fattore scatenante che fa fantasticare il telespettatore.
“C’è indubbiamente una correlazione – spiega Ezio Benelli, psicologo e psicoterapeuta, direttore dell’istituto pratese Polo Psicodinamiche – con il ruolo pubblico della giornalista. Donne con una più consolidata professionalità appaiono meno vulnerabili di conduttrici più giovani e quindi apparentemente più raggiungibili. Alla base di tutto c’è comunque, dal punto di vista psico-sociologico, la trasformazione antropologica che ha portato all’emancipazione della donna, ancor più evidente in chi, come le telegiornaliste, appaiono intelligenti e sicure di sé, oltre che piacenti ed eleganti. Se poi esprimono con convinzione le loro idee e assumono prese di posizione di tipo politico, esse appaiono ancora più invise e suscitano reazioni aggressive da parte dei potenziali stalker”.
Ma quali sono gli strumenti e le modalità con cui gli stalker assediano e invadono la privacy delle avvenenti conduttrici dei Tg? Ampio è l’utilizzo delle e-mail pubbliche e private (qualora ne vengano in possesso) delle giornaliste (26%), ma anche inondare di script gli spazi sotto i video di Youtube che le vedono protagoniste (22%), lasciare post e commenti piccanti sui blog inerenti la “vittima” e sulle pagine pubbliche o sulle fanpage di Facebook (16%), telefonare incessantemente ai network per richiedere informazioni private o per ribadire il gradimento personale per la giornalista (13%), rilasciare false notizie in Rete sulla persona attraverso post mirati e anonimi (9%), raccogliere dati e notizie dai siti di gossip per essere sempre informato sulla vita della giornalista (7%), millantare una conoscenza personale sui blog (3%). (Agi)