
Rupert Knox
CITTA’ DEL MESSICO (Messico) – In meno di un mese sei giornalisti sono stati uccisi in Messico.
La denuncia arriva da Rupert Knox, ricercatore di Amnesty International in Messico sottolineando come “questa nuova ondata di omicidi deve essere un campanello di allarme per le autorità messicane, che devono fare di più per proteggere chi rischia la vita nello svolgimento della propria attività giornalistica”.
Secondo la Commissione nazionale sui diritti umani, dal 2000 in Messico 81 giornalisti sono stati uccisi e altri 14 risultano scomparsi.
Tra i quotidiani che hanno deciso di non occuparsi più di criminalità organizzata, il più recente è “El Mañana”, la cui redazione è stata colpita da una sventagliata di pallottole all’inizio di maggio.
“Il fatto che raramente le autorità identifichino e portino di fronte alla giustizia i responsabili di questi attacchi ha creato un clima di paura e vulnerabilità tra quei coraggiosi giornalisti che vogliono continuare a lavorare. Le autorità devono avviare indagini approfondite e imparziali, servendosi anche dei poteri previsti dalla nuova Legge federale per la protezione dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti e garantire che gli assassini siano processati”, aggiunge Knox.
Il contesto nel quale i giornalisti vengono uccisi è quello della lotta del governo contro la criminalità organizzata, che ha causato oltre 50.000 morti negli ultimi cinque anni. (TmNews)