
L’annunciatrice di Rai3 Alessia Patacconi
ROMA – “Apprendiamo dalle dichiarazioni rilasciate al quotidiano ‘La Repubblica’ che, ancora una volta, la Rai dispone azioni contro la maternità e poi viene fraintesa nei suoi comportamenti”. E’ quanto si legge in una nota di Slc Cgil, Snater, Fistel Cisl in cui si afferma: “E’ grave che ad emergere ancora una volta è il pessimo utilizzo che la Rai fa delle tipologie contrattuali e ancora una volta è una donna in attesa di un figlio (l’annunciatrice di RaiTre Alessia Patacconi, ndr) a pagare il prezzo di clausole che limitano i diritti dei lavoratori”.
“Qualche mese fa – ricorda il comunicato – il direttore generale Lorenza Lei, si era impegnato a cancellare la clausola sulla maternità: già allora dicemmo che il problema vero era l’utilizzo di contratti di lavoro impropri e precari. Oggi la confusione della Rai riemerge ancora più prepotentemente. Ricordiamo all’azienda e ai suoi dirigenti che la professione di annunciatrice è inserita all’interno del Contratto di lavoro dei dipendenti: deve essere quindi tutelata dal contratto collettivo di lavoro. Se la Rai utilizzasse correttamente i criteri di assunzione la collega avrebbe diritto all’indennità di maternità obbligatoria, facoltativa, oltre alle ore di allattamento, alla malattia, alla malattia bambino, alle ferie, ai permessi”.
Non si è fatta attendere la replica dell’azienda: “In merito alla notizia apparsa su alcuni quotidiani secondo la quale il contratto di un’annunciatrice Rai sarebbe a rischio a causa della sua gravidanza, la Rai precisa che la clausola di maternità non esiste più. Inoltre il contratto dell’interessata non è stato risolto, ma solo sospeso, in attesa di essere ripreso al termine del periodo di maternità. Infine, un’assunzione a tempo indeterminato dell’interessata sarebbe impossibile, in quanto la prestazione minima del lavoro di tipo subordinato è di venti ore settimanali, ossia di molto superiore all’attività svolta dalla stessa”.