
Franco Siddi, segretario generale della Fnsi
MARINA DI SIBARI (Cosenza) – “Il valore dell’associazionismo nella società è importantissimo. E lo è altrettanto tra i giornalisti, sia a livello nazionale che locale: stare insieme, impegnandosi e lottando per un obiettivo comune, è fondamentale se vogliamo garantire ai cittadini un’informazione reale ed onesta. Perché soltanto un’informazione seria e pulita, in ogni suo aspetto, può contribuire a rigenerare il Paese”.
Lo ha sottolineato, con forza, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi, all’incontro con i colleghi in Calabria, in occasione della Festa del lavoro.
“Il Sindacato dei giornalisti – ha detto Siddi – in questi anni ha fatto un lavoro immenso nel segno della coesione ed è con questo spirito che andremo avanti, convinti che implementando l’unione tra i giornalisti si possa arrivare al traguardo”. Che, poi, non è uno solo: “I problemi che la categoria si trova ad affrontare sono tanti e di non poco peso, ad iniziare dal riconoscimento, a tutti i livelli, di un’equa retribuzione”.
Ebbene, “il Sindacato dei giornalisti gioca un ruolo fondamentale – ha rimarcato il segretario generale – nelle battaglie per la libertà e i diritti di quanti hanno scelto di fare dell’informazione il proprio mestiere. Difendere l’autonomia dei colleghi, il loro sacrosanto diritto ad un equo compenso e alla libertà di fare il proprio lavoro, è il compito principale della Federazione della Stampa”.
Ma “non si può dimenticare – incalza Siddi – che il Sindacato è fatto di persone ed è di persone che ha bisogno per realizzare i compiti a cui è deputato. Il Sindacato – ammonisce il vertice della Fnsi – non è una sigla. E’ un’associazione. Di uomini, di donne, che devono impegnarsi, insieme, per il bene dell’intera categoria”.
Ruolo e compiti, quelli del Sindacato dei giornalisti, per la verità, “non sempre facili, specie quando ci si trova di fronte a colleghi che, invece di segnalare comportamenti vergognosi di editori che non si fanno scrupoli nell’utilizzare schiere di giornalisti, pagandoli con pochi euro, o non pagandoli affatto, magari per mesi, scelgono la via del silenzio. O, ancor peggio, chiedono al Sindacato di non denunciare situazioni gravissime e inaccettabili, per paura di perdere il lavoro”.
Ma “così facendo – tuona Siddi – non si salva il lavoro da giornalista, si contribuisce soltanto a propagare l’illegalità: non esistono minacce, non si può non denunciare l’editore che non paga, non si può tacere. Se si decide di farlo, significa che si decide di stare nell’illegalità. Perché è illegale che un’azienda non paghi gli stipendi ai propri lavoratori. E’ illegale che non versi i contributi. E queste cose vanno segnalate. Vanno denunciate al Sindacato dei giornalisti: se i colleghi vittime di simili angherie non parlano, la Federazione della Stampa non può fare nulla. Non può difenderli”.