
Baha Okar

Roberto Natale
ANKARA (Turchia) – Il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Roberto Natale, ha lanciato a Istanbul un appello al presidente del Consiglio, Mario Monti, perchè sollevi la settimana prossima durante il vertice a Roma con il premier di Ankara, Recep Tayyip Erdogan, la questione dei circa 100 giornalisti detenuti in Turchia.
Monti riceverà Erdogan l’8 maggio a Roma per il secondo vertice bilaterale italo-turco. “Ci aspettiamo che il governo italiano faccia sentire la sua voce e decida di esigere la rimessa in libertà dei quasi 100 giornalisti turchi”, ha detto Natale, e che “sollevi la questione anche in sede di vertici europei”, perché “la costruzione dell’Ue non può fermarsi ai palazzi dei banchieri”.
Natale ha ricordato che la recente classifica di Reporter senza Frontiere sul rispetto della libertà di stampa piazza la Turchia al 148mo posto su 176 stati.
“Chiediamo a Mario Monti – ha detto Roberto Natale – di porre con la necessaria forza la questione fondamentale del rispetto della libertà di espressione e di stampa in Turchia” con Erdogan.
Natale ha riferito che un primo risultato è stato, comunque, ottenuto. Il giornalista turco Baha Okar, “adottato” dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, è stato rimesso in libertà da una corte di Istanbul. Direttore della rivista “Scienza e Futuro”, Okar era stato arrestato il 21 settembre 2010.
Il presidente della Fnsi, che ha assistito all’udienza, ha spiegato che il giornalista da allora era detenuto, accusato di favoreggiamento del gruppo armato separatista curdo Pkk, nel carcere di massima sicurezza di Tekirdag. Con Okar la corte ha disposto la liberazione di altri tre accusati, non giornalisti. Tutti rimangono imputati. Quasi 100 cronisti, per metà curdi, sono tuttora in carcere in Turchia, ha rilevato Natale, “con fantasiose accuse di appoggio al terrorismo” o a un presunto colpo di stato. La recente classifica di Reporter senza Frontiere sul rispetto della libertà di stampa piazza la Turchia al 148mo posto su 176 stati.
Secondo il presidente della Fnsi la liberazione di Okar “è il segno della inconsistenza delle accuse”. Durante l’udienza, ha precisato, il presidente della corte e i magistrati non hanno fatto alcuna domanda”. (Ansa)