ROMA – Internet irrompe “con prepotenza” sulla scena dell’editoria con effetti rivoluzionari nelle abitudini delle persone e sul mercato, e ormai “la rivoluzione della multimedialità è inevitabile per sopravvivere, non può attendere oltre se non si vogliono pagare prezzi altissimi, non può essere condotta con superficialità. E’ un problema di carattere universale che riguarda, con maggiore o minore accentuazione, la carta stampata in ogni angolo del mondo”. Lo dice Giulio Anselmi, presidente della Fieg, nell’introduzione del rapporto sullo stato di salute dell’editoria nel periodo 2009-2011.
Per Anselmi, poi, in Italia i problemi “sono ancora più complicati dai limiti storici” della nostra editoria e dalle “lentezze del nostro Paese nello sviluppo, che si sono espressi in livelli diffusionali lontani da quelli dei Paesi più avanzati e svuotano finora in gran parte il senso della parola multimedialità: a partire dall’organizzazione del lavoro nei quotidiani, rimasta per molti aspetti all’era della linotype”.
Dagli elementi raccolti “emergono con evidenza le difficoltà del settore: difficoltà derivanti da fattori endogeni come la crisi del media cartaceo e da fattori esogeni che, a partire dalla congiuntura economica, intervengono sul calo della domanda e accentuano la flessione pubblicitaria”. E poi si aggiunga “il tumultuoso avanzare delle tecnologie digitali che hanno dirottato le esigenze di informazione verso mezzi diversi da quelli stampati”.
E internet interviene come fosse “una danza tra vecchie e gloriose testate e new media che potrà o meno diventare occasione di sviluppo a seconda di come si saprà tradurre e trasformare l’antico patrimonio di qualita’ ed affidabilita’”.
E per Anselmi non è un caso che “nel disordinato sviluppo dei prodotti on line” si segnali il tasso di crescita dei giornali che possono vantare anche sul web “il certificato di garanzia delle antiche testate”.
Le abitudini mediatiche generate dall’avvento del web e dalla rivoluzione digitale hanno contribuito a trasformare strumenti di comunicazione come il telefono cellulare in un vero e proprio mezzo di informazione e intrattenimento mobile. Con lo sviluppo dei cellulari di ultima generazione e dei tablet è possibile navigare su Internet, consultare materiale audio e video, disporre di una finestra news aperta sul mondo e interagire con le fonti. Per il presidente della Fieg sono spunti “sufficienti a immaginare i problemi che dovranno essere affrontati dagli editori e da tutti gli operatori dell’informazione tanto piu’ rapidamente quanto maggiore sarà la velocità con cui i nuovi strumenti che forniscono notizie e intrattenimento si affermeranno nelle abitudini del pubblico”.
Anselmi parla di “difficile contesto, che l’inerzia pubblica ha aggravato”, e si è pensato di aprire un tavolo per l’editoria, sull’esempio di quanto era stato fatto in Francia, ma “il tavolo – ricorda il presidente della Fieg – dev’essere ancora apparecchiato”.
La chiave del futuro è “una politica industriale capace di frenare la flessione produttiva e di cogliere le occasioni di sviluppo. Nel triennio considerato dallo studio le aziende editrici hanno operato verso l’interno, razionalizzando i costi per riacquisire efficienza e produttività e per frenare il declino della redditività; verso l’esterno si sono confrontate con un ambiente sempre più multimediale in un’ottica di diversificazione delle attività. Senza trovare nelle politiche pubbliche molto interesse per la protezione di chi produce contenuti a costi elevati”. (Agi)