L’ex direttore de “L’Avanti!” è sbarcato a Fiumicino. Contro di lui anche l’accusa di corruzione internazionale

Lavitola si fa arrestare e chiede “confronti a raffica”

Valter Lavitola

ROMA –  Dopo circa otto mesi di latitanza in America Latina, Valter Lavitola ha fatto rientro questa mattina in Italia. Il Boeing 777 dell’Alitalia, con a bordo l’ex direttore dell’Avanti, è atterrato sulla pista dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino alle 6.41.
Volto tirato, trolley blu, zainetto beige e piumino senza maniche, jeans e scarpe da ginnastica, così Lavitola è giunto, dopo essere sceso dall’aereo, negli uffici della polizia giudiziaria dove gli sono stati notificati gli atti.
L’ex direttore de “L’Avanti” era scortato da un “muro” di uomini della polizia di frontiera. Allo scalo romano, a quanto si è appreso, erano presenti funzionari della Digos e della Guardia di Finanza di Napoli e i carabinieri di Bari. Il giornalista ha lasciato l’aeroporto da un’uscita secondaria per essere condotto a Napoli, nel carcere di Poggioreale, a disposizione dei magistrati partenopei.
A Lavitola è stata notificata dai Carabinieri l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bari: per questa inchiesta è accusato di induzione a rendere all’autorità giudiziaria dichiarazioni mendaci per aver indotto Tarantini a dire che Berlusconi non sapeva che alle sua feste portava escort.
Lavitola è indagato anche dalla procura di Napoli per rivelazioni di segreto di ufficio e corruzione nell’ambito dell’indagine P4, per frode fiscale per contributi pubblici per 23 milioni percepiti dal quotidiano “L’Avanti”, nonché coinvolto in indagine per corruzione relativa a Finmeccanica. A Roma, poi, è sotto indagine per estorsione con Silvio Berlusconi parte lesa.
Oltre la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare della Procura di Bari per induzione a rendere falsa testimonianza, a Valter Lavitola, arrestato oggi a Roma dopo il suo rientro in Italia in aereo da Buenos Aires, i pm napoletani hanno notificato anche una ordinanza di custodia cautelare per corruzione internazionale in riferimento a presunte tangenti a Panama per l’appalto di costruzioni di carceri.
L’ex direttore de “l’Avanti”, inoltre, insieme al senatore Sergio De Gregorio, per il quale è stata inoltrata al Senato la richiesta di autorizzazione all’arresto, è indagato per truffa e frode fiscale sui finanziamenti pubblici all’editoria. (Agi)

Fondi per l’editoria: gli accusati di associazione a delinquere

ROMA – Nella nuova ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di Valter Lavitola, del sen. Sergio De Gregorio e di altre persone, si contesta ai due e ad altre quattro indagati – Antonio Bifano, Vincenzo Ghionni, Roberto Cristiano e Patrizia Gazzulli – il reato di associazione per delinquere legata ai fondi per l’editoria. (Ansa).

“Abbandonato da tante persone che ritenevo amiche”

Oscar Piovesan
ROMA – Valter Lavitola ha posto fine ai suoi quasi otto mesi di latitanza fuori dall’Italia. “E’ deluso perché si è sentito abbandonato da tante persone che riteneva amiche, ma si propone di chiedere confronti a raffica, per scrollarsi di dosso le accuse che gli sono state fatte”, ha assicurato all’Ansa chi gli è stato al fianco nei suoi ultimi giorni in Argentina.
Le stesse fonti assicurano che il faccendiere non ha intenzione di dire niente contro Berlusconi, che, ha detto Lavitola “rispetto moltissimo perché é una persona d’onore”.
Per lui “é come se fosse un padre”, aggiunge chi gli è stato vicino in questi mesi. L’ex direttore dell’Avanti è accusato di estorsione in concorso con i coniugi Tarantini ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi, reato derubricato dal Tribunale del Riesame di Napoli a induzione a rendere dichiarazioni false o mendaci nell’inchiesta pugliese sulle escort.
Durante la latitanza, Lavitola ha scorazzato senza problemi – non è mai stato emesso un mandato di cattura internazionale nei suoi confronti -, dall’Argentina, al Brasile, al Panama. Sia per “blindare” i suoi business itticoli, ma anche per impostare dei nuovi, sempre come “broker” del settore.
E’, infatti, convinto che potrà tornare presto in Argentina. Assicura all’Ansa chi lo ha accompagnato ieri all’aeroporto “Ezeiza” di Buenos Aires: “Appena arriva a Roma chiederà confronti con tutti, dai coniugi Tarantini all’avvocato Niccolò Ghedini, da Luigi Bisignani per il tema della P4 all’onorevole Gianni Letta”.
“E’ un po’ giù perché tanti amici che gli avevano promesso di dargli un mano non si sono più fatti sentire”, hanno precisato le fonti, facendo intravvedere che sarebbe questo uno dei motivi per cui non è rientrato prima in Italia.
Intanto, con la collaborazione dei suoi legali che lo hanno raggiunto due volte a Buenos Aires, ha completato un voluminoso dossier (video, intercettazioni e documenti) che ha provveduto “a rinchiudere in una cassaforte all’estero”.
Tutto fa supporre che Lavitola è pronto a dare battaglia contro chi “scarica contro di lui tante colpe”. “Non teme nulla per i suoi rapporti con Tarantini, perché dice di aver solo aiutato un amico”, rilevano le fonti.
In pratica sembra sicurissimo di sfangarla. Tant’é che, in attesa di trovare il momento più adatto per costituirsi, ha di recente visitato la Patagonia e Terra del fuoco per i suoi futuri business nel settore itticola.
“Sempre per cercare nuovi affari per comprare e vendere pesci, attività in cui è più che mai esperto”. Insomma, Valter Lavitola (“Che ha una famiglia”, sottolineano le fonti) sembra proprio deciso a lasciarsi alle spalle per sempre escort pugliesi, corridoi di Palazzo Chigi, presunti dossier su appartamenti a Montecarlo e “connessioni”, vere e no, della P4. (Ansa)

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