L’Unione Cronisti: “Quando un cronista è costretto ad allontanarsi” dalla notizia “è una sconfitta per tutta la democrazia”

Giornalista minacciata dai No Tav: “Violenza intollerabile”

ROMA – Quando un cronista è costretto con la violenza ad allontanarsi dal luogo di un fatto, quando è costretto a rinunciare a fare il proprio lavoro, a verificare gli avvenimenti con i propri occhi, è una sconfitta per tutta la democrazia.
Questo, purtroppo, è accaduto nuovamente in Val di Susa, dove sedicenti contestatori che si dichiaravano No Tav hanno minacciato una giovane cronista, collaboratrice del quotidiano “CronacaQui”, arrivando a circondarla, a farle volare via gli occhiali con una manata, solo per mandarla via, per farla allontanare. La motivazione? La testata per cui la giovane collega lavora è sgradita ai No Tav.
Ma non è solo un problema di testata. Minacce, aggressioni – non solo verbali – e danneggiamenti hanno riguardato in questi mesi colleghi de “La Stampa”, “Corriere.it”, Rai.
A un operatore freelance è stata danneggiata l’attrezzatura di lavoro. A molti cronisti è stato impedito di svolgere serenamente il proprio lavoro. Come quando, in occasione dei blocchi dei mesi scorsi, ad alcuni  giornalisti i manifestanti hanno detto: “tu di qui non passi”.
In pratica, decidendo lor signori chi avesse diritto a svolgere la propria attività e chi no, da chi i cittadini potessero essere informati e da chi no.
Sul sito internet “notav.info”, durante le fasi di esproprio dei terreni che hanno motivato la protesta di ieri, si accenna all’autorizzazione a entrare nel cantiere solo per i “giornalisti servi”  di Stampa, Repubblica, Tg3.
Attacchi alla incolumità ma anche alla stessa serenità dei cronisti chiamati a informare gli italiani sulla vicenda Tav, non sono tollerabili. Non è tollerabile che persone che sostengono di richiamarsi ai valori dell’antifascismo utilizzino sistemi violenti che a quei disvalori si richiamano.
L’Unione Cronisti protesta fortemente contro questo clima di violenza e chiede a magistratura e forze dell’ordine di intervenire con immediatezza e decisione per riportare la legalità in Val di Susa e garantire che il lavoro dei cronisti informi in modo corretto, completo e tempestivo gli italiani.

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