Così Paolo Ferrero che annuncia il rilancio del giornale con una campagna di autofinanziamento “e basta menzogne”

“Liberazione”, il Prc: “Pubblicazioni sospese, ma non chiude”

Il segretario del Prc Paolo Ferrero

ROMA – “Liberazione”, il quotidiano di rifondazione comunista, sospende le pubblicazioni, non chiude e il Prc lancia una campagna di autofinanziamento, oltre a chiedere il rifinanziamento del fondo per editoria della presidenza del Consiglio. Lo ha detto Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, nel corso di una conferenza stampa per annunciare i progetti di rilancio del giornale.
“La causa della sospensione dell’uscita del quotidiano del Prc – ha rilevato Ferrero – è il mancato rifinanziamento integrale del fondo per l’editoria. Chi sostiene che il fondo sia stato interamente ripristinato mente sapendo di mentire. Rifondazione comunista ha fatto tutto il possibile per salvare Liberazione, ma l’assenza di liquidità ci obbliga a sospendere le pubblicazioni. Non ci rassegniamo a questa situazione e abbiamo quindi deciso una campagna finalizzata al rilancio: la voce di ‘Liberazione’ deve continuare a vivere. Per questo lanciamo una campagna di sottoscrizione e chiediamo al governo di ripristinare il fondo per l’editoria, in modo da arrivare alla fine dell’anno e poter valutare le forme e le modalità con le quali pubblicare” di nuovo “Liberazione”.
Ferrero ha poi sottolineato come “nelle ultime settimane siano state dette falsità infamanti riguardo a ‘Liberazione’: il Prc non ha mai ‘intascato’ i fondi, ha anzi speso di tasca propria da 1 a 3 milioni di euro all’anno per coprire le perdite di Liberazione, tenendo in vita il giornale unicamente grazie ai sacrifici delle compagne e dei compagni di Rifondazione Comunista. Questo sacrificio non meritava le menzogne e una campagna infamante, ma come si sa la gratitudine non è di questo mondo. Detto questo – ha concluso il segretario Prc – noi vogliamo guardare al futuro, non ci arrendiamo e cominciamo a lavorare da subito. Noi pensiamo che il pluralismo dell’informazione sia un bene comune inestimabile e che ‘Liberazione’ non è morta, ma deve vivere”. (Agi)

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