La denuncia della Santa Sede: “L’articolo di Angela Camuso sullo Ior rappresenta una notevole mancanza di serietà di indagine”

“Riciclaggio, 4 preti indagati”: il Vaticano contro “l’Unità”

ROMA – “L’articolo di Angela Camuso pubblicato su ‘l’Unità’ l’8 febbraio, intitolato: ‘Riciclaggio, quattro preti indagati. I silenzi del Vaticano sui controlli’, rappresenta, purtroppo, una notevole mancanza di serietà di indagine da parte dell’autrice”.
Lo ha denunciato ieri la Sala stampa vaticana, in una nota a tarda sera.
A proposito di presunti silenzi del Vaticano, ha precisato la Sala stampa, “ciò è del tutto infondato: la Santa Sede e le autorità del Vaticano hanno doverosamente cooperato con la magistratura e le altre autorità italiane”.
In merito al contenuto dell’articolo, esso presuppone che vi siano quattro sacerdoti – Emilio Messina, Salvatore Palumbo, Orazio Bonaccorsi ed Evaldo Biasini – che hanno utilizzato l’Istituto per le opere di religione (Ior) per riciclare del denaro e che lo Ior sia stato coinvolto in un’attività illegale e non abbia dato assistenza alle autorità italiane che perseguivano queste persone.
“Ciò non è corretto”, ha evidenziato la Sala stampa. Infatti, a partire dagli anni 2006-2007, “lo Ior si è impegnato con determinazione nell’analisi dei conti e nella verifica dei suoi clienti per accertare e riferire l’eventuale esistenza di transazioni sospette”.
Questo impegno dello Ior “anticipa di alcuni anni la stessa adozione della legge n. CXXVII contro il riciclaggio, del 30 dicembre 2010, da parte dello Stato della Città del Vaticano”.
Inoltre, “lo Ior ha cooperato ripetutamente con le autorità italiane ad ogni livello. Ciò è avvenuto, su richiesta, in ambito giudiziario fra autorità specificamente competenti e amministrativo da parte dello Ior con le sue controparti italiane”.
Non solo: “Lo Ior ha fornito informazioni, anche al di fuori dei canali formali, nel periodo precedente la costituzione dell’Autorità vaticana di informazione finanziaria (Aif)”.
Dopo aver consultato l’Aif, la Sala stampa precisa che “non è vero che lo Ior non abbia fornito informazioni all’Aif sulle materie in questione”. E “non è vero che l’Aif non abbia inoltrato queste informazione alla Uif (Unità di informazione finanziaria italiana)”.
Riguardo a mons. Messina, “le autorità italiane non hanno mai avanzato una richiesta all’Aif. Perciò sarebbe stato evidentemente impossibile per l’Aif ‘rispondere’ alla sua controparte italiana”.
L’articolo, inoltre, “non riferisce che una delle persone in esso menzionate – il reverendo Bonaccorsi – il 6 giugno 2011 è stata dichiarata innocente, con sentenza confermata in appello”.
“L’effetto, purtroppo diffamatorio, dell’articolo – ha concluso la nota – risulta dall’utilizzo del termine ‘incriminato’, in relazione al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e al direttore generale, Paolo Cipriani. Né l’uno né l’altro sono mai stati incriminati, ma piuttosto indagati”. (Sir)

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