L’intervento del vice presidente Inpgi, Maurizio Andriolo, che domani sarà “insieme ai colleghi, in Calabria, con lo spirito”

“A Reggio un esempio di dialogo da ripetere in tutta Italia”

Maurizio Andriolo – Vice presidente vicario INPGI

Maurizio Andriolo, vice presidente dell’Inpgi

ROMA – Cari  colleghi, sono dispiaciuto di non poter intervenire alla conferenza in programma domani a Reggio Calabria, perché una perniciosa influenza mi ha messo a letto. Ma sarò con voi, con spirito e intenzioni.
Plaudo alla lodevole iniziativa che viene organizzata dal Sindacato Giornalisti della Calabria e che dovrebbe rappresentare un esempio di dialogo e di confronto da ripetere in tutta Italia.
In queste ultime settimane ci avviamo al rinnovo degli incarichi all’Inpgi dopo una legislatura che ci ha visto molto impegnati con la presidenza di Andrea Camporese al quale rinnovo il mio saluto e ringraziamento per aver saputo affrontare problematiche insolite e delicate.
Rinnoviamo. Rinnoviamo pure. Ma non dimentichiamo tutta la dedizione che dobbiamo all’Inpgi, elemento fondante della nostra categoria, del settore dell’informazione, dei nostri colleghi.
L’ente è fulcro fondamentale del nostro impianto sindacale e assistenziale e la sua autonomia la ricava da e per i giornalisti.
Ritengo che l’Inpgi non sia una cassaforte, ma, semmai, un istituto di credito per le nostre istituzioni.
Le insidie burocratiche fin qui messe in campo non hanno sortito effetto, ma non possiamo considerarle eliminate. Abbiamo molte carte in mano, sostenute dalla solidarietà della categoria, ma anche dal modo in cui saremo capaci di trovare un nuovo welfare.
L’Inpgi non è solo sostegno del sindacato, ma anche tutela di tutte le altre nostre diramazioni categoriali.
E’ mia opinione che la categoria debba non solo trovare trasparenti ricavi economici, ma anche suggerire nuovi modi per confrontarsi con la controparte.
In questo contesto possiamo inquadrare la posizione del pensionato non tradizionale.
Non sono le statistiche, né la diatriba sulla lunghezza della vita e tantomeno la contrapposizione generazionale, capaci di risolvere i problemi degli anziani.
Negli anni cinquanta si creò uno dei più avanzati sistemi previdenziali, eppure si era nel mezzo di gravissimi problemi. Oggi le questioni sono più complicate, ma un nuovo welfare è necessario ed è possibile.
Si deve però riconoscere la potenzialità economica e sociale, culturale e di esperienza dell’anziano e del pensionato. Non un individuo che fa solo attraversare ai bambini la via. Bensì un uomo ancora capace di contribuire fino al 12% dell’economia del nostro Paese.
I problemi, dobbiamo riconoscerlo, sono gravi e tanti. Ma si possono risolvere con il contributo di tutti indifferentemente.

Maurizio Andriolo
Vice presidente vicario INPGI

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