Cinque anni dopo l’uccisione di Hrant Dink assolti 18 dei 19 presunti complici dell’omicida minorenne

Istanbul in piazza: “Luce sull’omicidio del giornalista”

L’imponente manifestazione di oggi ad Istanbul

ANKARA (Turchia) – Circa diecimila persone (ma secondo gli organizzatori sono stati molti di più – ndr) hanno manifestato oggi, a Istanbul, per ricordare il quinto anniversario dell’uccisione di un giornalista turco-armeno, Hrant Dink, ancora al centro di un caso giudiziario che desta sospetti di responsabilità da parte di pezzi dello Stato. La stima sul numero di partecipanti è del sito del quotidiano Hurriyet.

Dink era stato ucciso a Istanbul nel gennaio 2007, a 52 anni, in pieno giorno all’uscita dalla redazione, dopo aver ricevuto minacce di morte da parte di fanatici nazionalisti turchi che non gli perdonavano i molti articoli firmati sul settimanale turco-armeno Agos di cui era direttore. Nei pezzi Dink esortava la Turchia moderna ad accettare la propria responsabilità nei massacri di armeni compiuti ai tempi dell’Impero Ottomano, stragi che Ankara nega siano stati un genocidio. “Siamo tutti Hrant, siamo tutti armeni”, era scritto su cartelli circolari neri mostrati oggi da molti manifestanti.
“Questo processo non doveva finire così”, era la scritta su uno striscione affisso su un palazzo con la foto in primo piano del giornalista: il procedimento a cui ci si riferisce è l’assoluzione, pronunciata l’altro ieri, per 18 dei 19 presunti complici dell’omicida minorenne reo confesso già condannato nel luglio scorso a quasi 23 anni di carcere.
Una successiva condanna di alcuni funzionari dei servizi di sicurezza ha in sostanza provato che le forze dell’ordine erano a conoscenza dei piani per l’omicidio di Dink ma non agirono per impedirlo, creando indignazione. La necessità di proseguire l’inchiesta in fase di appello, già sottolineata ieri dal ministro della Giustizia, Sadullah Ergin, e oggi dallo stesso presidente del tribunale che ha assolto quasi tutti i complici, è stata ribadita al massimo livello dal presidente della repubblica, Abdullah Gul: “Il processo Hrant Dink è un processo importante. Ha un delicatezza particolare in quanto riguarda un nostro concittadino non-musulmano”, ha detto oggi a giornalisti il capo dello Stato aggiungendo che “concludere il processo d’ora in poi in modo giusto e trasparente è per noi un test”. (Ansamed)

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