ROMA – “L’articolo 18 così spesso discusso in questi giorni non è in vigore per 38 dipendenti della sede Rai di New York, che hanno ricevuto il primo gennaio lettere di licenziamento con decorrenza 3 aprile 2012”.
Lo scrivono i dipendenti di Rai di New York in una la lettera aperta in attesa di “un sereno confronto con l’azienda e con il pubblico sul destino dell’ufficio stesso”.
“Dopo più di un anno di voci di corridoio prive di conferme ufficiali, è stato avviato il processo di chiusura degli uffici di Rai Corporation, la società del gruppo Rai che da più di 50 anni fornisce supporto logistico e tecnico a testate e reti della Rai. In questo mezzo secolo la sede di New York ha trasmesso verso l’Italia le cronache degli avvenimenti dal continente nordamericano, i contributi di osservatori politici, le curiosità. Ed ha servito la comunità degli italiani all’estero, documentando la loro vita, informandoli ogni giorno sugli eventi italiani e permettendo loro il legame con la cultura del loro Paese”.
“Molti dei dipendenti licenziati – scrivono ancora – furono convocati dall’Italia con visti di lavoro predisposti dalla Rai in via esclusiva; ciò significa che dal 3 aprile loro e le loro famiglie saranno clandestini per la legge americana. Tutti i 38 dipendenti e le loro famiglie, dalla stessa data, saranno privi di reddito e di assistenza medica. La chiusura di Rai Corporation fa parte della manovra decisa dal Dg Lorenza Lei e votata in modo unanime dal Cda. Con la differenza che, mentre la chiusura di altri rami implica il riassorbimento del personale all’interno del gruppo, per i dipendenti di New York è stato attuato il licenziamento ‘all’americana’ – sostengono ancora i lavoratori -, senza i trattamenti normalmente riservati ai colleghi delle altre sedi estere”.
Per i dipendenti di Rai New York “tutte le circostanze sembrano rappresentare un modo nuovo di dirigere il servizio pubblico, improntato ad una spregiudicatezza che compete solo con l’incapacità di gestire e valorizzare il servizio stesso. Ma forse c’é dell’altro dietro a queste manovre: mentre la Rai frettolosamente chiude gli uffici esteri, licenzia arbitrariamente personale, e chiude la produzione del canale per gli italiani all’estero, Rai International, in questi giorni – guarda caso – Mediaset si affaccia nel mondo con la sua programmazione satellitare e via cavo, e apre due sedi di corrispondenza a New York e Washington”.
Ma l’azienda nega: “La Rai non ha alcuna intenzione di ridurre o depotenziare la sua presenza all’estero. Al contrario, l’impegno è quello di crescere e valorizzare la produzione di contenuti, con una capillarità maggiore garantita anche dalla disponibilità di un numero più elevato di sedi estere (nel solo territorio nord americano oltre a New York si aggiungerà Washington)”. Così, infatti, l’azienda di Viale Mazzini replica alla lettera aperta dei dipendenti di Rai Corporation a New York.
“Quello che varierà – si legge in una nota – sarà il modello di produzione: l’accordo con una Agenzia Internazionale permetterà infatti una maggiore flessibilità soprattutto rispetto al fabbisogno della logistica. Quindi una presenza più ramificata, ma all’occorrenza. Questo permetterà una sensibile ottimizzazione dei costi”.
“Questi sono i criteri che l’azienda ha sviluppato per assicurare la sua presenza internazionale – prosegue la Rai -. Rai Corporation è una società indipendente di diritto americano i cui collaboratori sono assoggettati al diritto giuslavoristico locale. E in coerenza con la normativa statunitense Rai Corporation ha avviato tavoli di confronto”. (Ansa)
La denuncia di 38 dipendenti di Rai Corporation: “Dal 3 aprile tutti a casa”. Ma l’azienda nega