
“Un giornale, certo, molto artigianale – spiega Greco – e, tuttavia, molto militante. Un foglio da affiggere alle bacheche, da passare di mano in mano, da portare nei luoghi di lavoro e ovunque siano in piedi lotte, che in questi giorni continueremo – per quanto possibile, nelle condizioni date – a seguire e raccontare”.
Il direttore, nello spiegare le ragioni di questa coraggiosa scelta, sottolinea che si lavorerà “un pò a vista in questa fase di transizione, nel senso che giornalisti e poligrafici stanno prestando la propria attività volontariamente, in regime di ferie disposto dall’azienda, in attesa che riprenda il confronto sindacale. Quindi le pagine del giornale potranno, di giorno in giorno, variare nel numero, anche in relazione alle iniziative di mobilitazione che saranno attuate nei confronti del governo che dev’essere finalmente stanato, in modo da capire – una volta per tutte – su quante risorse pubbliche (e in quale modo erogate) sia possibile contare”.
Nel tenere “accesa” Liberazione, “in questa versione gioco forza edulcorata, ma non dimessa”, Dino Greco lancia un appello, a nome di tutti i lavoratori, per “alimentare la sottoscrizione che contribuirà a decidere della qualità e delle caratteristiche del prodotto editoriale che stiamo con ogni energia tentando di rilanciare. L’appello – forte e chiaro – è rivolto in primo luogo al partito, ai suoi circoli, che del giornale hanno fatto un irrinunciabile strumento di controinformazione, di lotta e di organizzazione politica; ma, più in generale, a tutti coloro la cui voce sarebbe stata letteralmente occultata e repressa se Liberazione non fosse stata, con cocciuta determinazione, al loro fianco”.
“Non diamo soddisfazione – conclude Dino Greco – a quanti oggi sperano di avere liquidato un punto di vista non omologato e non condizionabile, e di avere riconsegnato all’oblio chi non si piega all’ideologia mercatista. Possiamo riuscirci, perché gli sciamani che spacciano il liberismo per legge di natura stanno cacciando l’umanità in un vicolo cieco. E di questo vi è una sempre più diffusa percezione. Anche nelle nuove generazioni, per lungo tempo nutrite, anestetizzate con le menzogne del “pensiero unico”. Dunque, non lasciamoci intimidire: dimostriamo a lor signori che non riusciranno a toglierci di mezzo”.Liberazione di oggi
Il direttore, nello spiegare le ragioni di questa coraggiosa scelta, sottolinea che si lavorerà “un pò a vista in questa fase di transizione, nel senso che giornalisti e poligrafici stanno prestando la propria attività volontariamente, in regime di ferie disposto dall’azienda, in attesa che riprenda il confronto sindacale. Quindi le pagine del giornale potranno, di giorno in giorno, variare nel numero, anche in relazione alle iniziative di mobilitazione che saranno attuate nei confronti del governo che dev’essere finalmente stanato, in modo da capire – una volta per tutte – su quante risorse pubbliche (e in quale modo erogate) sia possibile contare”.
Nel tenere “accesa” Liberazione, “in questa versione gioco forza edulcorata, ma non dimessa”, Dino Greco lancia un appello, a nome di tutti i lavoratori, per “alimentare la sottoscrizione che contribuirà a decidere della qualità e delle caratteristiche del prodotto editoriale che stiamo con ogni energia tentando di rilanciare. L’appello – forte e chiaro – è rivolto in primo luogo al partito, ai suoi circoli, che del giornale hanno fatto un irrinunciabile strumento di controinformazione, di lotta e di organizzazione politica; ma, più in generale, a tutti coloro la cui voce sarebbe stata letteralmente occultata e repressa se Liberazione non fosse stata, con cocciuta determinazione, al loro fianco”.
“Non diamo soddisfazione – conclude Dino Greco – a quanti oggi sperano di avere liquidato un punto di vista non omologato e non condizionabile, e di avere riconsegnato all’oblio chi non si piega all’ideologia mercatista. Possiamo riuscirci, perché gli sciamani che spacciano il liberismo per legge di natura stanno cacciando l’umanità in un vicolo cieco. E di questo vi è una sempre più diffusa percezione. Anche nelle nuove generazioni, per lungo tempo nutrite, anestetizzate con le menzogne del “pensiero unico”. Dunque, non lasciamoci intimidire: dimostriamo a lor signori che non riusciranno a toglierci di mezzo”.Liberazione di oggi