Stasera il nuovo “Incontro del Glicine” incentrato sul libro di Michele Mezza “Sono le news, bellezza!”

A Vico Equense giornali e giornalisti nell’era di internet

VICO EQUENSE (Napoli) – Giornali e giornalisti, cambiano nell’era di internet? E’questo il tema del prossimo degli “Incontri al Glicine”, ormai una tradizione dell’estate culturale a Vico Equense, nella penisola sorrentina. Prendendo spunto dall’ultimo libro di Michele Mezza, “Sono le news, bellezza! Vincitori e vinti nella guerra della velocità digitale” (Donzelli editore), ne discuteranno, stasera, 24 agosto, dalle 21.30, sotto il monumentale glicine secolare dell’Hotel Aequa, lo stesso autore, giornalista ed ideatore di RaiNews24, Fulvio Bufi del Corriere della Sera, Carmine Spadafora del Giornale, Maria Pia Rossignaud, direttore di Media Duemila e Cesare Protetti, direttore del Master in giornalismo della Lumsa.
Cambia il modo di accedere alle notizie  tra blog, siti internet e social network. Una ricerca del Censis ha reso noto che il 66% dei giovani cerca notizie sui motori di ricerca, mentre la popolazione internet è cresciuta fino al 53%. Coloro che leggono notizie dal web sono in aumento (37% degli italiani) sui siti diversi da quelli delle versioni on line dei tradizionali giornali cartacei. La “serietà” della carta stampata, come più volte spiegato sulla rivista “Media Duemila” resiste agli attacchi dell’informazione sul web: infatti, l’83% lamenta che su internet circola “troppa spazzatura” e che, nello stesso ambito, per il 51% si alimenta una cultura “troppo superficiale”.
“L’informazione digitale è un’impresa culturale, troppo importante per lasciarla solo ai giornalisti, ma che diventa impossibile senza di loro”. Sembra uno dei tantissimi aforismi di Marshall McLuhan (quest’anno ricorre il centenario della nascita e per l’occasione la rivista “Media Duemila” ha promosso diversi eventi internazionali), e invece è un tema centrale del libro di Michele Mezza, che vede la svolta digitale come un’opportunità da cogliere, una nuova prospettiva per la professione del giornalista.
Insieme a Derrick De Kerckhove che firma la prefazione, e a Pierluigi Celli, che ha curato la postfazione, Michele Mezza con questo libro tenta di dare un senso ad una trasformazione che non ha nulla di “deterministica tecnicalità”, ma sembra piuttosto un grande ritorno, una conferma della supremazia del primato dell’uomo, di ogni uomo. Non siamo infatti, secondo l’autore, alla vigilia di un futuro “cibernetico e  snaturante”, quanto dell’espansione di un moderno umanesimo digitale.

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