Le “devastanti dichiarazioni” contenute in una lettera del 2007: le intercettazioni erano una consuetudine

I Murdoch incastrati dalla “pistola che fuma”

Rebekah Brooks, Rupert e James Murdoch

LONDRA (Gran Bretagna) – Una lettera scottante, scritta nel 2007 da un corrispondente di punta del News of the Word, sta per rendere la vita estremamente difficile a Rupert e James Murdoch. La missiva, consegnata alla commissione d’inchiesta del Parlamento britannico dagli avvocati della News Corp – lo Studio Harbottle & Lewis – e ormai nota agli inglesi come “The smoking gun” (la pistola che fuma), confermerebbe, infatti, una realtà ben diversa da quella dichiarata dai Murdoch.
Le intercettazioni telefoniche che hanno portato alla chiusura del News of the World non sarebbero state un’eccezione, ma un metodo consolidato all’interno della redazione del tabloid londinese. Nella lettera, ora agli atti dell’inchiesta, è scritto, nero su bianco, che i vertici del News of the Word sapevano tutto sulla nota pratica delle intercettazioni e sapevano anche che tali metodi erano regolarmente impiegati dal giornale.
I manager più anziani della News Corporation, primo tra tutti James Murdoch, avevano, invece, ripetutamente dichiarato al Parlamento britannico che l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche era stato un caso isolato. Un’accusa, quella emersa dalla lettera, resa ancor più grave dalle dichiarazioni degli stessi avvocati dello Studio Harbottle & Lewis, che hanno trasmesso il documento, aggiungendo un commento in cui definiscono “bugiardi” Rupert e James Murdoch, le cui testimonianze sarebbero “ingannevoli e superficiali”.
Sono, dunque, queste le “devastanti dichiarazioni” alla base della decisione del Comitato parlamentare britannico di richiamare i Murdoch ad una nuova audizione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *