Dalle linee guida del Codice dell’amministrazione digitale, un modello organizzativo da adottare subito

Uffici stampa privati “terra di nessuno“

REGGIO CALABRIA – Unico ufficio attività Ict, come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale, e “ruoli coinvolti nello sviluppo e nella gestione dei siti web”, così come indicati nelle Linee Guida del ministro Brunetta, offrono un modello organizzativo che può essere adottato sicuramente nel settore degli Uffici Stampa privati.
Semplificando il discorso, un’azienda dovrebbe dotarsi di comunicatori, esperti in marketing, giornalisti e professionisti informatici per gestire il proprio sito web e così svolgere attività multimediali e di Ict.
I loro siti, spesso, offrono insieme servizi di informazione e di comunicazione, e non sempre possono negare sia necessario registrare la propria testata in tribunale e dotarsi almeno di un giornalista direttore responsabile. Giornalismo non è, dunque, solo la redigere e diffondere comunicati stampa, organizzare conferenze stampa e incontri con giornalisti, ma è anche cura dei contenuti specifici dei siti web.
Anzi, è molto ampio il campo di imprese del multimediale e del web che ottengono, dagli enti pubblici, appalti di intere filiere di attività e si presentano con tanto di “redazioni web” al cui interno non esiste la figura del giornalista, ma del writer formato alle scuole di comunicazioni. Scuole alle quali si accede, spesso, senza dover esibire alcuna laurea. E tante imprese private operano nel totale silenzio e disinteresse di tanti capi uffici stampa di comune, provincia, e regione.
Ecco perché questo tema dovrebbe interessare la Fnsi per le tutele retributive e previdenziali, ma anche l’Ordine dei giornalisti per le problematiche deontologiche nascenti dal tipo di attività condotta presso le aziende cui i giornalisti sono impiegati, e degli ispettori dell’Inpgi in rapporto alle contribuzioni previdenziali cui dovrebbero essere assoggettati gli uffici stampa privati.
Il mondo dell’informazione non è, infatti, limitato al campo dell’editoria stampata e televisiva. La multimedialità, sia pubblica che privata, sta infatti esplodendo in maniera vertiginosa, e dunque un’analisi o un semplice approccio conoscitivo è indispensabile.
Esplorazioni, confronti, vere e proprie vertenze possono essere avviate con le associazioni e organizzazioni dei datori di lavoro, Confindustria prima tra tutte, ma anche il mondo dei servizi e del terziario tipo Confcommercio, Confesercenti. Al centro resta sempre la tutela e la salvaguardia dell’attività giornalistica, dei colleghi degli uffici stampa privati, spesso confinati in attività precarie, ai quali possono servire da utile difesa tabelle retributive ben costruite e valide dal punto di vista legale.
Sarebbe questa un’ottima risposta a quanti chiedono alla Fnsi di occuparsi anche del lavoro degli uffici stampa privati, entità che si muovono nella stessa logica organizzativa di quelli pubblici, sebbene quest’ultimi, per le questioni trattate in precedenza, siano interessati da una problematica più complessa e articolata.
Filippo Praticò

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