
ROMA – “Un decalogo”, dai contributi in base ai livelli di occupazione alla possibilità di incentivi per i giornali on line, alla riforma dei criteri per le convenzioni con le agenzie di stampa: è la piattaforma su cui riavviare il dialogo per la riforma dell’editoria delineata oggi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, in commissione Cultura alla Camera.
Un confronto anche immediato, chiede Bonaiuti, che parla di una possibile “torta” da 170 milioni per i contributi diretti da erogare nel 2011, ma avverte: “È impensabile che la gelata della speculazione internazionale non si rifletta anche sull’editoria”. E ammettendo che il precariato “è un problema reale” dice sì al progetto Moffa sull’equo compenso nel settore giornalistico.
Tra i dieci “possibili punti di discussione” per la riforma Bonaiuti cita “il ripensamento del funzionamento del sistema distributivo”, la sua “informatizzazione” attraverso il codice a barre (che costerebbe però “15-20 milioni”, ora non disponibili) e la “revisione delle modalità commerciali di remunerazione per i soggetti addetti alla vendita”. E ancora “un intervento normativo che tuteli il diritto d’autore, anche se nell’era multimediale è difficilissimo, e mi chiedo se sia utile, porre un freno alla rete, espressione di libertà”.
Sul tavolo anche la “riforma dei criteri in base ai quali vengono stipulate le convenzioni con le agenzie di stampa” con “parametri riferiti all’occupazione regolare”. Va, inoltre, “recepito il principio europeo di liberalizzazione delle tariffe postali agevolate” e “riformata la disciplina dei contributi della legge 250/90, riducendo la platea dei soggetti beneficiari”.
Bonaiuti parla anche di “credito agevolato, finalizzato all’innovazione” e di “forme di incentivo per i giornali on line, ma ancora una volta legate ai livelli di occupazione. I principi essenziali da porre – ribadisce – sono l’occupazione e l’effettiva visibilità delle testate, in termini di copie vendute per la carta stampata o di accessi ai siti per i giornali on line”.
Infine, “un accesso più facile alla pubblicità istituzionale”. Fin qui le ipotesi di lavoro. Ma il contesto resta critico e destinato a subire “gli effetti della gelata della speculazione internazionale”, ammette il sottosegretario, snocciolando le cifre del calo di vendite e pubblicità, che continua anche nel 2011: nei primi quattro mesi dell’anno la flessione è del 2.4% per le prime, del 4% per gli introiti pubblicitari.
Dovrebbe così ammontare a “170 milioni” la “torta” dei contributi diretti da erogare quest’anno per il 2011, ma le previsioni non sono rosee: “Per il 2012-2013 – spiega – si prevedono 190 milioni di euro, rispetto ai 170 di quest’anno, ma comprensivi”, tra l’altro, “degli accordi con la Rai”.
Ad aggravare la situazione, il “problema reale, concreto” del precariato giornalistico: di qui “tutto il sostegno possibile” del governo alla proposta Moffa sull’equo compenso nel settore: “Si tratta di questioni non di secondo piano, che investono la dignità e la deontologia di una professione di cui c’è sempre più bisogno per diffusione idee e cultura”, sottolinea Bonaiuti.
Plaude la Fnsi: “Il parere favorevole è un passo avanti importante verso la definizione di equilibri economici e di welfare avanzati e rispettosi del lavoro dei colleghi”. Apertura da Bonaiuti anche sulla proposta di riforma dell’Ordine dei giornalisti, con l’impegno a “parlare con il ministero della Giustizia per sbloccare il no al Giurì” per la correttezza dell’informazione.
Un confronto anche immediato, chiede Bonaiuti, che parla di una possibile “torta” da 170 milioni per i contributi diretti da erogare nel 2011, ma avverte: “È impensabile che la gelata della speculazione internazionale non si rifletta anche sull’editoria”. E ammettendo che il precariato “è un problema reale” dice sì al progetto Moffa sull’equo compenso nel settore giornalistico.
Tra i dieci “possibili punti di discussione” per la riforma Bonaiuti cita “il ripensamento del funzionamento del sistema distributivo”, la sua “informatizzazione” attraverso il codice a barre (che costerebbe però “15-20 milioni”, ora non disponibili) e la “revisione delle modalità commerciali di remunerazione per i soggetti addetti alla vendita”. E ancora “un intervento normativo che tuteli il diritto d’autore, anche se nell’era multimediale è difficilissimo, e mi chiedo se sia utile, porre un freno alla rete, espressione di libertà”.
Sul tavolo anche la “riforma dei criteri in base ai quali vengono stipulate le convenzioni con le agenzie di stampa” con “parametri riferiti all’occupazione regolare”. Va, inoltre, “recepito il principio europeo di liberalizzazione delle tariffe postali agevolate” e “riformata la disciplina dei contributi della legge 250/90, riducendo la platea dei soggetti beneficiari”.
Bonaiuti parla anche di “credito agevolato, finalizzato all’innovazione” e di “forme di incentivo per i giornali on line, ma ancora una volta legate ai livelli di occupazione. I principi essenziali da porre – ribadisce – sono l’occupazione e l’effettiva visibilità delle testate, in termini di copie vendute per la carta stampata o di accessi ai siti per i giornali on line”.
Infine, “un accesso più facile alla pubblicità istituzionale”. Fin qui le ipotesi di lavoro. Ma il contesto resta critico e destinato a subire “gli effetti della gelata della speculazione internazionale”, ammette il sottosegretario, snocciolando le cifre del calo di vendite e pubblicità, che continua anche nel 2011: nei primi quattro mesi dell’anno la flessione è del 2.4% per le prime, del 4% per gli introiti pubblicitari.
Dovrebbe così ammontare a “170 milioni” la “torta” dei contributi diretti da erogare quest’anno per il 2011, ma le previsioni non sono rosee: “Per il 2012-2013 – spiega – si prevedono 190 milioni di euro, rispetto ai 170 di quest’anno, ma comprensivi”, tra l’altro, “degli accordi con la Rai”.
Ad aggravare la situazione, il “problema reale, concreto” del precariato giornalistico: di qui “tutto il sostegno possibile” del governo alla proposta Moffa sull’equo compenso nel settore: “Si tratta di questioni non di secondo piano, che investono la dignità e la deontologia di una professione di cui c’è sempre più bisogno per diffusione idee e cultura”, sottolinea Bonaiuti.
Plaude la Fnsi: “Il parere favorevole è un passo avanti importante verso la definizione di equilibri economici e di welfare avanzati e rispettosi del lavoro dei colleghi”. Apertura da Bonaiuti anche sulla proposta di riforma dell’Ordine dei giornalisti, con l’impegno a “parlare con il ministero della Giustizia per sbloccare il no al Giurì” per la correttezza dell’informazione.