Illustrati oggi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti

Editoria: i 10 possibili punti della riforma

Paolo Bonaiuti

ROMA – Contributi erogati in base agli effettivi livelli di occupazione, la possibilità di immaginare forme di incentivo per i giornali on line, un nuovo sistema informatizzato di distribuzione, una rinnovata tutela per il diritto d’autore, la riforma dei criteri alla base delle convenzioni con le agenzie di stampa: sono alcuni dei “dieci possibili punti di discussione per una riforma dell’editoria” illustrati, oggi, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il settore, Paolo Bonaiuti, in commissione Cultura alla Camera.
“Chiedo la vostra collaborazione e i vostri suggerimenti”, ha detto Bonaiuti rivolto ai parlamentari della commissione, assicurando che il governo è “pronto ad avviare un confronto dai primi di settembre o anche dalla fine di questo mese. Anzi – ha sottolineato – tenderei ad accelerare i tempi”.

Elencando in ordine sparso le sue proposte per la riforma dell’editoria, Bonaiuti ha parlato dell’opportunità di “ripensare il funzionamento del sistema distributivo: bisogna evitare che prodotti senza alcun contenuto editoriale arrivino in edicola e usufruiscano della tutela della parità di trattamento, come ha rilevato l’Antitrust”.
Altro punto, “l’informatizzazione del sistema distributivo: il codice a barre ci potrebbe costare sui 15-20 milioni, fondi che mancano al momento attuale, ma ci permetterebbe una chiarezza e un’obiettività sconosciute finora”. E ancora la “revisione delle modalità commerciali di remunerazione per i soggetti addetti alla vendita”.
Bonaiuti ha citato anche “un intervento normativo che tuteli il diritto d’autore, anche se sappiamo che nell’era multimediale é difficilissimo, e mi chiedo se sia utile, porre un freno alla rete, che è essa stessa espressione di di libertà”. Nel “decalogo” del sottosegretario all’editoria, anche la “riforma dei criteri in base ai quali vengono stipulate le convenzioni con le agenzie di stampa.
I parametri devono essere riferiti all’occupazione: chi occupa più giornalisti con contratto regolare ha diritto a una somma maggiore, chi ricorre al lavoro nero non ha alcun diritto. E ancora i parametri devono rifarsi ai fabbisogni dichiarati dalle amministrazioni pubbliche, alla dimensione organizzativa e al fatturato reale e concreto”.
Va inoltre “recepito il principio europeo di liberalizzazione delle tariffe postali agevolate” e “riformata la disciplina dei contributi stabilita dalla legge 250/90, prevedendo la riduzione della platea dei soggetti beneficiari perché parametrati ai costi come diritti soggettivi e ancora ai livelli occupazionali effettivi. Per tutte le altre categorie cooperative forse si può prevedere un contributo in base alla copia venduta”.
Tra le proposte di lavoro di Bonaiuti anche “il credito agevolato, finalizzato però all’innovazione: ma questo – ha ammesso – richiede tempi di ripresa al di là della crisi economica”. E ancora “forme di incentivo per i giornali che tutti possono vedere on line, ma ancora una volta legati ai livelli di occupazione. I principi essenziali da porre – ha ribadito – sono l’occupazione e l’effettiva visibilità delle testate, in termini di copie vendute nel caso della carta stampata o di accessi ai siti nel caso dei giornali on line”. Tra le ipotesi, infine, “criteri per un accesso più facile alla pubblicità istituzionale”.

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