
Silvio Berlusconi
Emilio Parodi
MILANO – La Corte d’Appello di Milano, a conclusione del processo civile di secondo grado sul cosiddetto lodo Mondadori, ha stabilito oggi che la Fininvest della famiglia del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, deve risarcire 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, a parziale riforma della sentenza di primo grado con cui il Tribunale civile nell’ottobre 2009 aveva fissato il risarcimento in circa 750 milioni di euro.
Lo hanno riferito fonti legali. Il pagamento della somma fissata dal giudice del Tribunale era stato sospeso, a fronte di una fideiussione bancaria di 806 milioni da parte di Fininvest, fino alla pubblicazione della sentenza d’appello.
L’esito favorevole a De Benedetti era stato ampiamente previsto dagli analisti interpellati da Reuters ieri, secondo i quali il titolo Cir lunedì dovrebbe balzare di parecchio, superando anche quota 2 euro per azione da 1,76 attuali, mentre dovrebbero cedere Mediaset e Mondadori, controllate di Fininvest, soprattutto su base emotiva.
Secondo gli analisti infatti, a parte l’effetto psicologico a breve, non dovrebbero esserci conseguenze importanti per queste due società, vista la solidità finanziaria della holding Fininvest.
Secondo gli analisti infatti, a parte l’effetto psicologico a breve, non dovrebbero esserci conseguenze importanti per queste due società, vista la solidità finanziaria della holding Fininvest.
Il procedimento civile era stato avviato dopo che la Corte di Cassazione aveva confermato nel 2007 in via definitiva la sentenza del processo penale in cui si sanciva che il verdetto della Corte d’Appello di Roma del gennaio 1991 che di fatto assegnava il controllo della Mondadori alla Fininvest, era stato frutto di corruzione giudiziaria.
Il premier Berlusconi, nell’ultimo anno si è scagliato a più riprese contro il pronunciamento del Tribunale civile di Milano. E non più tardi di qualche giorno fa, dopo il sollevarsi delle polemiche, è stata stralciata dalla manovra finanziaria una norma che avrebbe avuto una influenza diretta sul lodo: prevedeva una modifica al codice di procedura civile che avrebbe obbligato il giudice a sospendere l’esecutività della sentenza nel caso di risarcimenti superiori ai 20 milioni di euro in appello e ai 10 milioni in primo grado.