
“L’art.5 del Regolamento di delegificazione – previsto dal 1° comma dell’art. 44 del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito dalla legge 6 agosto 2008 n. 133 – di cui al citato Dpr 223, stabilisce infatti che “ il Dipartimento per l’informazione e l’editoria provvede a richiedere all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni relativamente alle imprese richiedenti i contributi, oltre alla regolarità dell’iscrizione al Registro degli Operatori di comunicazione, l’attestazione di conformità degli assetti societari alla normativa vigente, nonché l’attestazione dell’assenza di situazioni di controllo e/o collegamento per gli effetti di cui all’art. 3, commi 11-ter e 13, della legge 7 agosto 1990, n.250”.
“Per rispondere a tale richiesta – denuncia Mediacoop – l’Agcom pretende dalle società destinatarie dei contributi diretti, tali e tante informazioni che è impossibile corrisponderle entro la data inderogabile del 31 luglio 2011 (poco più di un mese). Grave, poi, ed arbitrario è il fatto che mentre il Regolamento di semplificazione entra in vigore nel 2012 le disposizioni di cui all’art. 5 del medesimo regolamento vengano anticipate al 2011”.
“In verità – sottolinea Mediacoop – non si comprende la ragione dell’ampiezza delle informazioni richieste, alcune delle quali impossibile da fornire, se la finalità è solo quella di documentare la trasparenza effettiva degli assetti e degli eventuali intrecci proprietari, che pure il movimento cooperativo ha sempre richiesto di perseguire”.
A giudizio di Mediacoop “il problema va risolto in altro modo, in ogni caso, con la richiesta di informazioni che le aziende sono in grado di fornire. Ancora più preoccupante è il fatto che la data del 31 luglio, entro la quale fornire le informazioni richieste, costituisca una condizione preclusiva per accedere ai contributi”.
“Non bastava – afferma Mediacoop – la continua e persistente erosione delle risorse destinate all’editoria a creare difficoltà alle imprese cooperative e non profit, ora in aggiunge un ulteriore carico burocratico, determinato da pregiudizi ed inaccettabili sospetti nei confronti di un mondo editoriale che rappresenta, invece, una ricchezza culturale ed informativa pluralista. Né è possibile generalizzare ad un intero settore delittuosi comportamenti di alcuni profittatori di circostanze, che il movimento cooperativo e non profit ha chiaramente e da sempre combattuto”.
Mediacoop annuncia che chiederà all’Agcom un incontro urgente ai fini di chiarire l’intera vicenda, riservandosi – in ogni caso- tutte le decisioni a tutela dei propri associati.