Grazie alla Fondazione Maria Grazia Cutuli si è discusso sul pericolo di un giornalismo gridato e privo di rigore

I nuovi media e la professione che cambia

ROMA – E’ colpa del web, con la sua informazione gratuita, se i giornali sono in crisi? O, alla fine, i giornali riusciranno a sopravvivere proprio grazie alle nuove tecnologie? E ancora: quali sono i rischi e quali le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dal web?
Sono alcuni dei temi affrontati da giornalisti e studiosi nel corso di un convegno in Campidoglio promosso, nel decimo anniversario della morte di Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere della Sera uccisa in un agguato in Afghanistan il 19 novembre del 2011, dalla Fondazione che porta il suo nome.
Nel convegno “L’informazione domani – I nuovissimi media: i giovani e la professione che cambia” si è parlato del mestiere degli inviati come della rivoluzione dei blogger tunisini, marocchini ed egiziani, dei video-reporter e dell’informazione su Facebook, Twitter e altri social media. A introdurre il tema Mario Cutuli, fratello di Maria Grazia e presidente della Fondazione Onlus.
A seguire, il saluto di importanti nomi dell’informazione e del mondo accademico come Rino Caputo (preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università Tor Vergata, a nome del rettore Renato Lauro), Mauro Miccio (docente di Comunicazione pubblica e d’impresa dell’università Roma Tre) e Fabrizio Battistelli (docente di Sociologia al Dipartimento di Scienze Sociali dell’università La Sapienza), Gianni Riotta (ex direttore del Sole 24 Ore e membro dell’Advisory Council Princeton University), Riccardo Luna (direttore uscente del mensile Wired).
Il convegno, organizzato in collaborazione con il Comune di Roma, l’Università di Roma Tor Vergata e l’Ordine dei Giornalisti del Lazio e sponsorizzato da Ternasi, si è focalizzato proprio sul futuro dei nuovi media con particolare riferimento al ruolo di blog, social forum, social network, city journalism e tutte le altre realtà in continuo cambiamento generate dal web.
“Il pericolo – è stato spiegato nel corso degli interventi – è che questo momento di confusione scelga di essere «narrato» da un giornalismo gridato e privo di rigore ed equilibrio: occorre difendere in questa fase difficile il giornalismo di qualità, dai cialtroni e dal rischio di bufale”. Il convegno di Roma rientra in un ciclo di appuntamenti dedicati al tema “L’informazione domani”.
Il primo appuntamento dal titolo I (già) vecchi media. Carta stampata, tv, web si è svolto il 24 maggio scorso a Palermo nell’Albergo delle Povere. Dopo Roma, il terzo appuntamento dal titolo “Il giornalismo di frontiera ieri e domani, tra crisi e nuovi media”, è in programma il 21 settembre a Milano nella sede del Corriere della Sera e sarà incentrato sul tema del futuro del giornalismo di frontiera, all’estero e dentro i confini nazionali, con un focus sulla figura dell’inviato di guerra e quella del cronista.

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