ISLAMABAD (Pakistan) – E’ un vero e proprio “aut aut” quello che i rappresentanti della stampa pakistana hanno rivolto al governo di Islamabad dopo la morte del giornalista di Aki-Adnkronos International, Syed Saleem Shahzad, il cui corpo senza vita è stato trovato il 31 maggio a 150 chilometri da Islamabad.
Tre delle principali organizzazioni di giornalisti del paese asiatico hanno infatti chiesto alle autorità di istituire entro il 10 giugno una commissione d’inchiesta che indaghi sulla morte di Shahzad, in caso contrario inizierà una mobilitazione su scala nazionale che li potrebbe portare a manifestare anche davanti al Parlamento.
“Abbiamo deciso di scrivere delle lettere al presidente, al primo ministro e al capo di Stato Maggiore perché verifichino quali elementi siano responsabili della morte del giornalista”, ha affermato Pervaiz Shaukat, portavoce dell’iniziativa, citato dall’agenzia d’informazione “Ians”.
Shaukat ha precisato che i giornalisti hanno concesso al governo fino al 10 giugno per formare una commissione d’inchiesta, “in caso contrario – ha affermato – lanceremo una campagna su scala nazionale, e a questo proposito potremmo manifestare anche davanti al Parlamento”.
Ieri l’editore del gruppo pakistano Dawn e presidente della All Pakistan Newspaper Society (Anps), Hamed Haroon, ha chiesto al “governo e alle agenzie d’intelligence” del Pakistan di indagare sull’uccisione del giornalista di Aki e di “esaminare con attenzione la sua ultima testimonianza”.
Facendo riferimento alle denunce di Shahzad, Haroon ha sottolineato in una nota inviata all’Adnkronos, come stia “alle indagini ufficiali scoprire se l’incidente del 18 ottobre (2010) o il suo ultimo articolo su Asia Times Online” sull’attacco del 22 maggio alla base militare di Mehran, a Karachi “abbiano affrettato il suo omicidio”.