Dopo quattro numeri, l’improvvisa decisione dell’editore lascia i giornalisti senza lavoro

Dura solo un mese l’avventura di Verve

Giovanni Negri

MILANO – Doveva innovare il panorama dei settimanali di gossip ma Verve ha dimostrato veramente poco sprint e non perché avesse scarso appeal, visti gli apprezzamenti unanimi degli esperti del settore dopo la sua uscita, ma per la decisione dell’editore di chiudere a un mese dall’esordio in edicola. 
Sì, di chiudere. Dopo solo quattro numeri: da mercoledì 23 febbraio al 17 marzo 2011.
Un esperimento editoriale mancato? Un caso di faciloneria imprenditoriale? Sarà la magistratura a deciderlo perché, secondo quanto denunciato dai componenti della redazione, per ora non sono stati pagati nemmeno gli stipendi dovuti, le indennità per la decisione aziendale di cessare la pubblicazione e, ovviamente, i contributi.
La sede della redazione era a Milano in via Orobia 3 in zona Ripamonti, negli uffici di Bibop spa. Editore era il Gruppo Editoriale Delta. Da quanto appreso il direttore, il vicedirettore e il caporedattore avevano un contratto, al contrario dei redattori, della collaboratrice fissa e degli altri collaboratori esterni.
Subito è intervenuta l’Associazione Lombarda Giornalisti, presieduta da Giovanni Negri, che ha dato assistenza sindacale e legale ai colleghi. E puntuale è arrivata l’ispezione dell’Inpgi. E’ ovvio, purtroppo, che in queste situazioni editoriali poco chiare diventa faticoso recuperare i crediti. Al momento gli ex giornalisti di Verve sono in attesa di essere chiamati dal liquidatore per sapere quanto devono avere. Mentre è in via di definizione la vertenza legale verso i proprietari della testata.

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