Da Unicredit una lezione di indipendenza. Elkan sottolinea che “La Stampa non è in vendita”

Editoria indipendente? Magari il modello Bbc

Fabrizio Palenzona

Andrea Ceccherini

BORGO LA BAGNAIA (Siena) – “Il quotidiano La Stampa non è mai stato messo in vendita” e “siamo contenti di come sta andando”. Lo ha detto il presidente del quotidiano torinese John Elkann, parlando con i giornalisti a margine del convegno organizzato a Bagnaia dall’Osservatorio Giovani-Editori.
A chi gli chiedava se sia possibile un aumento della quota detenuta nell’azionariato de “L’Economist”, Elkann ha detto che “siamo contenti della quota che abbiamo”.
Sempre in tema politica-editoria, il vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, ha detto che “vanno bene editori che fanno anche altro, ma mi piacerebbero dei giornali solo degli editori”. “Per fortuna – ha detto Palenzona – ai tempi della P2 c’è stato chi ha messo i capitali” ed è “benemerito”.
“Non critico – ha precisato – le persone, ma il modello: insieme a giornali che fanno capo alle famiglie Tizio, Caio, Sempronio, è bene che ci siano anche quelli che esercitano il dovere costituzionale del libero convincimento dei cittadini”.
Allo stesso modo “è giusto che ci sia una televisione pubblica che fa il suo mestiere che è diverso da quello che fa bene Confalonieri”, presente alla tavola rotonda. In questo senso, “il mio modello è quello della Bbc”. “Io – ha concluso Palenzona – faccio parte di quelli che siedono nella stanza dei bottoni, ma se dipendesse da me quei bottoni non li schiaccerebbe gente come me”.
Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio permanente giovani-editori, chiudendo i lavori del convegno “Crescere tra le righe”, ha detto che la società della conoscenza è come una selva oscura. Siamo bombardati da un’informazione che ci arriva da ogni dove. Come ci si difende da una società dove se ne sa sempre più e ci si capisce sempre meno? Solo rafforzando il senso critico, aprendo la propria mente”.
“Come diceva Einstein – ha aggiunto Ceccherini – la mente è come un paracadute, serve solo se si apre. E’ la frase che dà il senso al «Quotidiano in classe». Il giornale «di carta» è l’unico strumento per portare avanti un lavoro che, altrimenti, con nessun altro mezzo si potrebbe fare.

 Permettendoci di non restare in superficie rispetto ai fatti, ma di andare in profondità per capire.
Oltre ai ragazzi, gli insegnanti sono i veri attori protagonisti della sfida .

Questo progetto vi sarà servito a qualcosa se vi avrà aiutato a diffidare dei mezzi d’informazione, a ragionare di più con la vostra testa. E’ questa l’unica assicurazione che vi resta per essere indipendenti, autonomi e liberi”.

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