L’ex direttore generale nega l’indebitamento e annunciando un avanzo di 20-40 milioni nel 2011

Masi: “Altro che allo sbando, la Rai produce utili”

Mauro Masi

ROMA – “I conti della Rai non sono alla sbando, anzi l’azienda di viale Mazzini chiuderà il 2011 con un avanzo di bilancio tra i 20 e i 40 milioni di euro”. Lo sostiene l’ex direttore generale della tv di Stato e neo amministratore delegato della Consap, Mauro Masi, in un’intervista a Mf/Milano Finanza, in edicola oggi.
Masi, che nell’intervista parla anche del suo nuovo ruolo di rappresentate italiano nell’organismo dell’Onu (Wipo) per la tutela del diritto d’autore e del futuro della carta stampata, nega che siano collegabili alla sua gestione alcune stime su perdite e indebitamenti che graverebbero sui bilanci Rai.
“Leggo di indebitamento di 320 milioni e di perdite per 180 milioni di euro, ma assolutamente non è così – aggiunge Masi – credo si tratti di stock di debito consolidato dal 2007”.
La realtà, prosegue l’ex manager di viale Mazzini “é che i risultati del mio lavoro in Rai si vedranno tra poco e, se tutto va come deve nei prossimi mesi, nel 2011 l’azienda registrerà un attivo di bilancio, tra 20 e 40 milioni di euro, che non si verificava dal 2005. Solo per stare ai fatti, Rai nella mia gestione ha recuperato 220 milioni di euro veri, cash, tra maggiori entrate e/o minori spese”.
Non solo. Masi rivendica che sotto la sua gestione la Rai “ha impostato attraverso il primo autentico Piano industriale della sua storia e attraverso bilanci veri, senza window dressing o operazioni cosmetiche varie, un percorso che porta nel 2011 ad un attivo di bilancio”.
Masi è invece un po’ scettico sui possibili risultati della trattativa internazionale per il riconoscimento del diritto d’autore su Internet, anche se l’Italia ha un ruolo importante a partire dalla legislazione che si sta mettendo a punto.
“La rete ha cambiato l’economia e le regole ma sullo sviluppo del web c’é un problema di sempre: la tutela del diritto d’autore. Non è ancora chiaro”, rileva, “dove, a chi si e come si paga. Solo sulla tutela dei brevetti ballano cifre miliardarie.
Il problema si può risolvere, però, unicamente in sedi internazionali come l’Onu e il Wto e il Wipo (World intellectual property organization) ma siamo lontanissimi dal risultato. L’Italia sta facendo bene e l’Autorità per le comunicazioni sta approvando un regolamento antipirateria molto importante che va nella direzione giusta”.

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