
Chiamato a commentare la polemica interna – democraticamente ospitata sulle pagine del quotidiano – che ha visto la firma Luca Telese contro la nomina del vignettista Stefano Disegni, il direttore de Il Fatto allarga le braccia: “i direttori dei giornali fanno scelte, prendono decisioni, è un fatto normale – sottolinea – Nessuno si deve arrabbiare. Il miglioramento del giornale è un mio diritto dovere. Io ho sempre difeso la libertà intellettuale dei miei colleghi, non mi sarei mai sognato di censurare le loro opinioni. Loro hanno voluto scrivere, io li ho pubblicati. Ora però basta, si va avanti”.
A far scoppiare la polemica, con una rivolta guidata da Luca Telese, volto anche de La 7, la decisione presa da direttore e vicedirettore de Il Fatto di rimuovere i vertici de Il Misfatto, l’inserto satirico domenicale, affindandone la guida al vignettista Stefano Disegni.
“Persino in questo giornale che dovrebbe essere sempre diverso – hanno scritto i telesiani in un editoriale intitolato Annunciazione! – ecco il paradosso dei paradossi italiani: si toglie ai giovani per dare ai babbioni”. Disegni, al contrario, accusa i telesiani di volere una satira «allineata» e «ortodossa». Telese, sul suo blog sostiene poi che Disegni avrebbe “scalpitato da matti per farsi dare un giocattolino dopo aver rifiutato la proposta di condurlo quando non c’erano certezze, perché non voleva mettere in gioco il prestigio della sua firma…”.
A far scoppiare la polemica, con una rivolta guidata da Luca Telese, volto anche de La 7, la decisione presa da direttore e vicedirettore de Il Fatto di rimuovere i vertici de Il Misfatto, l’inserto satirico domenicale, affindandone la guida al vignettista Stefano Disegni.
“Persino in questo giornale che dovrebbe essere sempre diverso – hanno scritto i telesiani in un editoriale intitolato Annunciazione! – ecco il paradosso dei paradossi italiani: si toglie ai giovani per dare ai babbioni”. Disegni, al contrario, accusa i telesiani di volere una satira «allineata» e «ortodossa». Telese, sul suo blog sostiene poi che Disegni avrebbe “scalpitato da matti per farsi dare un giocattolino dopo aver rifiutato la proposta di condurlo quando non c’erano certezze, perché non voleva mettere in gioco il prestigio della sua firma…”.