NEW YORK (Usa) – Nessun premio per le “Breaking News” e, per la prima volta, un riconoscimento a un reportage che non è mai finito sulla carta stampata.
I premi Pulitzer del 2011 segnano una svolta nel mondo del giornalismo. I riconoscimenti assegnati lunedì dalla Columbia University alle migliori firme dell’informazione hanno portato una ventata di novità: per la prima volta non sono solo poche testate a dividersi tutti i premi, ma c’è stato spazio persino per un magazine che esiste solo online. Il privilegio è andato a ProPublica, sito web premiato per la sua serie di articoli sul mondo della finanza, “The Wall Street Money Machine”, che ha vinto per il giornalismo nazionale.
I premi Pulitzer del 2011 segnano una svolta nel mondo del giornalismo. I riconoscimenti assegnati lunedì dalla Columbia University alle migliori firme dell’informazione hanno portato una ventata di novità: per la prima volta non sono solo poche testate a dividersi tutti i premi, ma c’è stato spazio persino per un magazine che esiste solo online. Il privilegio è andato a ProPublica, sito web premiato per la sua serie di articoli sul mondo della finanza, “The Wall Street Money Machine”, che ha vinto per il giornalismo nazionale.
I giganti della carta stampata hanno portato a casa pochi premi: il New York Times ha visto vincere il suo commentatore economico, David Leonhardt, e, nell’ambito del giornalismo internazionale, i suoi inviati in Russia, Clifford Levy e Ellen Barry, per i servizi realizzati dalla Russia nel 2010. Il Wall Street Journal, invece, ha avuto il suo primo riconoscimento da quando è stato acquistato da Rupert Murdoch. La scelta è ricaduta su Joseph Rago, che ha firmato alcuni editoriali sulla riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama.
Festeggia anche Carol Guzy, fotografa del Washington Post: è la prima giornalista al mondo ad avere vinto quattro premi Pulitzer.
Quest’anno, in particolare, sono state le immagini del terremoto di Haiti a farle conquistare il riconoscimento, che ha diviso con Nikki Kahn e Ricky Carioti. Tra i grandi nomi anche il Los Angeles Times, premiato nella categoria del giornalismo di pubblico servizio e in quella della fotografia.
A completare la rosa dei premi giornalistici, molte testate più piccole: il Milwakee Journal Sentinel per gli approfondimenti; il Chicago Sun Times per la stampa locale; il Sarasota Herald Tribune nel campo del giornalismo investigativo, il Denver Post per il giornalismo a fumetti e il Boston Globe per la critica, mentre il miglior articolo in assoluto è firmato da Amy Ellis Nutt dello Star Ledger di Newark.
La premiazione coinvolge anche sette categorie nel mondo delle arti: Kay Ryan per la poesia con “The Best of it: New and Selected Poems”; Jennifer Egan per la fiction con “A Visit from the Goon Squad”; Bruce Norris per il teatro con “Clybourne Park”; Eric Foner per la storia con “The Fiery Trial: Abraham Lincoln and American Slavery”; Ron Chernow per le biografie con “Washington: A Life”; Siddharta Mukherjee per la saggistica con “The Emperor of All Maladies: a Biography of Cancer” e Zhou Long per la musica con “Madame White Snake”.