I Gruppi di Specializzazione dell’Informazione Visiva chiedono un “tavolo tecnico” con la Fnsi e l’Ordine

Caso Ruby: i cinefotogiornalisti non ci stanno

MILANO – In merito al “fuori tutti” del Tribunale di Milano, i gruppi di specializzazione per l’informazione visiva di Lombardia, Toscana, Liguria e Veneto esprimono “preoccupazione per l’ennesimo atto discriminatorio compiuto nei confronti di chi utilizza una macchina fotografica o una telecamera.
Come spiegare altrimenti il divieto di accesso al Tribunale di Milano decisa per motivi di sicurezza proprio in concomitanza delle udienze che vedranno come imputato il premier Silvio Berlusconi? Quando ci renderemo conto che il diritto di cronaca si esprime anche attraverso il racconto per immagini?”.
Ricordando che “Milano è solo l’ultimo caso, ma la stessa cosa poteva accadere a Trento o a Palermo, per un evento sportivo o per una conferenza stampa”, i Gruppi di Specializzazione dell’Informazione Visiva chiedono all’Ordine e al Sindacato dei giornalisti di convocare al più presto un tavolo tecnico per avviare un confronto su queste tematiche.
“Prima cercheremo di fare chiarezza e di porci in atteggiamento costruttivo con i nostri interlocutori (in questo caso il Procuratore generale e il Presidente del tribunale) – affermano i giornalisti dell’informazione visiva – prima eviteremo che siano gli altri a scegliere al nostro posto.
Porre, inoltre, sul medesimo piano fotogiornalisti e telecineoperatori professionisti, professionali, pubblicisti insieme con quelli che scattano foto ogni tanto, e accettare che ciò avvenga, pone la sacrosanta domanda che sempre più spesso ci sentiamo rivolgere e che provocatoriamente facciamo pure noi: a cosa serve essere iscritti all’Ordine (e al Sindacato) se per i nostri interlocutori, essere o non essere iscritti, non costituisce di fatto alcuna differenza?”.
Alla Federazione della Stampa, i Gruppi di Specializzazione dell’Informazione Visiva chiedono di procedere urgentemente all’elezione del Presidente dell’Ungiv, vacante ormai da troppo tempo. Una mancanza che non permette di avere e seguire una linea unitaria per tutti i vari Gruppi regionali, anche su decisioni che, come nel caso del Tribunale di Milano, potrebbero essere prese a livello nazionale”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *