
Nelle ultime settimane si sono susseguiti i pronunciamenti del giudice del lavoro (primo e secondo grado), di quello penale e, ultimo, di quello contabile. Tutti concordano su un punto determinante che trancia qualsiasi interpretazione e qualsivoglia iniziativa di singoli pm: l’accordo collettivo regionale firmato nel 2007 all’assessorato alla Presidenza della Regione Sicilia da Fnsi e Associazione Siciliana della Stampa con le associazioni dei Comuni e delle Province, e che fissa i profili professionali dei giornalisti con espresso riferimento, per la parte economica, al contratto nazionale di lavoro Fnsi-Fieg, ha espressamente e pienamente efficacia.
In particolare, la Corte dei Conti ribadisce che “la disposizione generale secondo cui le amministrazioni nel conferire incarichi ai giornalisti esterni, debbono prefissare i compensi spettanti ai medesimi, consente sicuramente che, nel compiere tale operazione, una specifica Amministrazione applichi una peculiare norma di rango legislativo già vigente nel proprio ordinamento giuridico”.
Appare, dunque, ormai chiaro che non vi è più spazio per le incertezze e le paure degli Enti che in questi mesi hanno negato l’applicazione del contratto di lavoro ai giornalisti, così come appaiono ormai ingiustificate e fuori di luogo le ingerenze di chi ha chiesto ai responsabili degli Enti la revoca unilaterale dei contratti in essere.
Nella constatazione dell’esistenza, ormai acclarata, in Sicilia di un chiaro strumento legislativo, quale l’accordo collettivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 54, parte I del 16 novembre 2007, il sindacato dei giornalisti chiederà con forza agli Enti locali la piena applicazione del contratto di lavoro giornalistico per i giornalisti degli uffici stampa degli enti locali e, al contempo, il ripristino di tutti quei contratti ingiustamente sospesi o revocati a seguito di indebite ingerenze esterne”.