Il segretario generale della Fnsi, stamani in Giunta Esecutiva, sulla libertà d’informazione

Siddi: “Grazie Zavoli, scelta giusta e saggia”

ROMA – Liberare l’informazione è l’unica linea guida possibile. E il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, con la forza della sua autorità morale e professionale di uomo delle istituzioni e della nostra civiltà giuridica, lo dice meglio di qualsiasi altra parola con la sua dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti al regolamento per la par condicio durante la prossima campagna elettorale, che erano stati presentati in commissione di vigilanza dalla maggioranza di Governo.
Era e resta incredibile e privo di ragionevole fondamento il proposito – che ha alimentato un sofferto dibattito politico fino a pochi minuti fa – presentato alla Commissione di Vigilanza Rai, di bloccare le trasmissioni di approfondimento nel servizio pubblico durante la prossima stagione elettorale.
Gli appelli estremi al buon senso, alla ragionevolezza hanno trovato nel presidente Zavoli, anche dopo le valutazioni di ieri dell’Agcom, la considerazione più giusta e saggia.
Nessuno deve temere servizi di informazione che vogliano approfondire argomenti e temi della vita civile o della cronaca e mettere, nello stesso tempo, a confronto opinioni e voci diverse. Nessuno deve essere impedito. Se c’è una necessità è quella di arricchire, di aumentare l’informazione e il confronto tra le voci, senza tifosi, anche senza fischi e senza applausi precostituiti. Un divieto non mortificherebbe un giornalista o un conduttore ma sarebbe solo una ferita al diritto dei cittadini ad un’informazione completa e a una scelta tra le offerte di informazione plurali che il servizio pubblico deve assicurare.
Certamente, chiedere che il servizio pubblico chiuda sugli approfondimenti nello stesso periodo in cui altri possono usare le trasmissioni addirittura per taroccare l’informazione con attori che recitano a soggetto, per esempio, il terremoto dell’Aquila, sarebbe stato paradossale, illogico, fuori luogo e scorretto. Si qualifichino i doveri del pluralismo in Rai ma non si spenga nessuna voce. Nessun silenziatore sulle notizie e sulle idee. L’informazione è un bene pubblico.
L’appello è che ciascuno ora faccia correttamente la sua parte: prevalga la civiltà della convivenza democratica, la forza della ragione, la consapevolezza che l’informazione non si domina ma si libera e si rispetta. Noi non tifiamo mai per l’irreparabile.

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