Mediacoop chiede un provvedimento di riforma generale della comunicazione

E’ ora di ridefinire il prodotto editoriale

La prima giornata di lavori del 2° congresso Mediacoop

ROMA (Labitalia) – Un provvedimento di riforma generale del sistema della comunicazione che parta dalla ridefinizione del prodotto editoriale, garantisca la pluralità degli attori dei diversi canali e riapra il mercato della pubblicità. E’ questa la richiesta lanciata, a governo e forze politiche, da Mario Salani, presidente Mediacoop, nel corso dell’apertura del secondo congresso nazionale dell’associazione, che rappresenta le cooperative giornalistiche editoriali e della comunicazione. “Nell’ambito di questo disegno – ha sottolineato Salani – occorre che sia salvaguardata e valorizzata la forma cooperativa, assicurandole il sostegno necessario”.
Mediacoop sollecita, inoltre, il Parlamento a farsi promotore di un intervento che consenta di sottrarre il settore della stampa alla precarietà e all’indeterminatezza. “E’ essenziale la ricostituzione del Fondo per l’editoria – ha detto Salani – che non deve essere negoziato anno per anno, occorre che la sua consistenza sia almeno triennale in modo da consentire alle cooperative disegni programmati di produzioni e investimenti”.
Per la ricostituzione del Fondo, Mediacoop suggerisce che “lo stanziamento pubblico che assicura la sopravvivenza del modello di «editore puro» sia integrato da una sorta di tassa di «scopo» che abbia la funzione di riequilibrare il mercato”. Salani ha, poi, sottolineato che l’intervento è essenziale per garantire “un mercato aperto e un’offerta ampia e non omologata”.
Disponibilità alle richieste di Mediacoop è arrivata dal governo. “L’editoria cooperativa – ha detto il consigliere Elisa Grande, capo del Dipartimento Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri, intervenuta al congresso – è un fattore importante per la difesa del pluralismo e quindi va difesa. Stiamo lavorando con le diverse categorie, perché l’editoria «protetta» abbia risorse certe”.
Grande ha ricordato che “con i 30 milioni di euro previsti nel «milleproroghe» per il Fondo per l’editoria si dovrebbe arrivare a garantire i contributi per oltre il 90% delle richieste arrivate”. “Siamo disponibili a tutti i confronti: ce ne sono già stati sul regolamento – ha continuato – ma ne faremo anche sulle proposte normative”.
Grande ha, quindi, ricordato che “la presidenza del Consiglio sta lavorando al regolamento sul credito d’imposta per la carta, che è a favore di tutta l’editoria, di tutte le imprese iscritte al Roc”. E le attività del Dipartimento per l’editoria sono anche altre. “Stiamo ragionando – ha annunciato Grande – su una direttiva per le spese di pubblicità e di comunicazione istituzionale, al fine di favorirne la più ampia diffusione”.
E di rimando dall’opposizione è arrivata la richiesta di più attenzione per l’editoria. “In questo momento – ha detto Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni e attuale responsabile del settore Comunicazione per il Pd – bisogna fare una cosa importante: stabilizzare e rendere almeno triennale il Fondo per l’editoria a sostegno delle cooperative e dell’editoria no-profit. Non possiamo costringere la parte più piccola, ma anche più preziosa, della nostra editoria, a decidere mese per mese le condizioni economiche in cui affrontare il proprio lavoro”. E ancora: “Assistere la piccola emittenza televisiva, in questa fase di passaggio al digitale. Non è possibile – ha concluso Gentiloni – che il «sacrificio» di frequenze che questo passaggio comporta venga pagato solo dall’emittenza locale”.

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