La controversa inchiesta su Ergenekon scatena un’ondata di arresti e perquisizioni

Turchia: il Governo sbatte in carcere i giornalisti

Ahmet Sik

Nedim Sener

ROMA – Ancora arresti tra i giornalisti critici del governo turco, tutti indagati nel quadro della controversa inchiesta su Ergenekon, una presunta organizzazione segreta che avrebbe progettato un golpe. L’agenzia Anatolia riferisce di perquisizioni nelle abitazioni di 11 persone a Istanbul e Ankara, dopo il raid contro i media di febbraio, che ha provocato appelli per la difesa della libertà di stampa da parte della Ue e parole taglienti da Washington.
Un pubblico ministero ha emesso ordini di arresto per gli indagati e uno di loro, il giornalista Ahmet Sik, è stato arrestato dopo che la sua casa è stata perquisita per sei ore. Arresti anche per altre nove persone, riferiscono le agenzie. Sik è già indagato in quanto co-autore di un libro che critica i metodi con cui è stata effettuata la repressione della cosiddetta rete segreta di Ergenekon, secondo la tv Ntv.
La polizia avrebbe scoperto, in occasione di una perquisizione nella sede di Oda Tv a febbraio, le bozze di un libro di Sik sui gruppi religiosi interni alle forze dell’ordine. Tra gli indagati c’è anche Nedim Sener, inviato del quotidiano Milliyet, che l’anno scorso ha vinto il premio dell’International Press Institute “World Press Freedom Hero” per un libro che accusa le forze di sicurezza dell’assassinio del giornalista turco-armeno Hrant Dink nel 2007.
La stretta sulla stampa rappresenta l’ultima puntata della colossale inchiesta su Ergenekon, una presunta rete segreta che avrebbe progettato omicidi e attentati per seminare il caos e preparare la strada a un colpo di Stato militare per rovesciare l’Akp, il partito islamico al potere.
Oda TV era stata perquisita a febbraio dopo aver diffuso un video che criticava i metodi dell’inchiesta poliziesca sul presunto golpe. Un perquisizione che l’Ordine dei giornalisti turchi ha definito l’ultimo caso di “intolleranza” nei confronti della stampa. Il proprietario di Oda, Soner Yalcin, è in carcere con due colleghi in attesa di processo.
Dopo gli arresti di febbraio Sener ha scritto: “mi dicono che ora tocca a me… E’ terribile! La prigione è diventata il luogo di chi dice la verità e alza la voce?”. Washington in seguito all’episodio ha espresso “ampie preoccupazioni per le tendenze relative all’intimidazione di giornalisti in Turchia”.
I vicini di casa di Sener hanno esposto alle finestre bandiere con la mezzaluna turca per protestare contro il raid. Arrestato anche Yalcin Kucuk, scrittore secolarista e di sinistra che spesso usa toni duri contro il governo. Perquisizioni, inoltre, nell’ufficio di un avvocato e di un ex agente segreto con presunti legami con la malavita.
L’agente Kasif Kozinoglu è all’estero. Metin Feyzioglu, presidente dell’Associazione avvocati di Ankara, ha denunciato che l’ufficio legale della moglie di Küçükè stato perquisito dalla polizia, che ha ignorato la norma che prevede la presenza di un avvocato. “Dico che ne ho abbastanza di queste ingiustizie” ha detto Feyzioglu.
L’inchiesta Ergenekon è partita nel giugno 2007 con la scoperta di 27 bombe a mano in una casa diroccata di proprietà di un ufficiale in pensione. Le indagini hanno portato all’arresto di quasi 200 persone tra giornalisti, scrittori, militari, malavitosi, studiosi, uomini d’affari e politici. Nelle ultime fasi dell’inchiesta gli arrestati sono stati accusati di aver progettato il rovesciamento del governo.

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