REGGIO CALABRIA – La Calabria perde un galantuomo. Un uomo d’altri tempi, ma sempre al passo con la modernità e, soprattutto, dotato di quella giusta dose di ironia necessaria a sdrammatizzare anche i momenti più difficili. Sebastiano Musmeci, avvocato e giornalista, si è spento stamane, alle 5.30, nella sua casa di Reggio Calabria. Aveva 87 anni ed era da tempo malato.
Nato ad Acireale il 6 settembre 1923, stimato avvocato e apprezzato pubblicista, è stato maestro e punto di riferimento per intere generazioni di giovani professionisti del foro e del giornalismo. Iscritto all’Ordine interregionale della Campania e della Calabria dal 12 gennaio 1954, Sebastiano Musmeci è stato, assieme a Raffaele Nicolò, tra gli artefici della nascita del Sindacato (nel 1974) e dell’Ordine dei giornalisti della Calabria (nel 1975), del quale è stato sempre consigliere regionale.
“Gli uomini buoni ci lasciano”, ha commentato l’arcivescovo Salvatore Nunnari, ricordandone, con commozione, la nobile figura e le battaglie condotte a favore dei giornalisti calabresi. Profondo cordoglio, a nome di tutti i giornalisti calabresi, viene espresso dal segretario del Sindacato dei giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, e dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, che si stringono attorno alla moglie Elda Marino, ai figli Andrea, giornalista Rai e consigliere nazionale della Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti, con la moglie Maria Luisa Larizza, e Aldo, giornalista pubblicista, con la moglie Tiziana Luperini; ai nipoti Elda, Lavinia, Nice e Teti; ai fratelli Giuseppe, Licia e Paolo.
I funerali avranno luogo domani, mercoledì 23 febbraio, alle ore 15, nella Chiesa di San Sebastiano al Crocefisso, a Reggio Calabria.
E’ morto oggi uno degli artefici della nascita dell’Ordine e del Sindacato dei giornalisti della Calabria
Ho avuto l’onore di condividere con Sebastiano Musmeci il lavoro di cinque anni di sindacato e ne ho apprezzato la signorilità, la competenza e l’umanità, che sono state sempre poste al di sopra delle umane beghe.
Ne ricordo pertanto la signorile amicizia e ne piango oggi la dipartita, che lascerà certamente un vuoto incolmabile nell’intera categoria.
Saverio Basile