
Andrea Camporese
ROMA – Tra il 2020 e il 2040 i contributi saranno insufficienti per pagare le pensioni dei giornalisti, ma l’istituto di previdenza sta già affrontando il problema. Lo spiega il presidente Inpgi, Andrea Camporese, in un’intervista a “Prima Comunicazione” pubblicata sul numero di febbraio, in edicola a Milano da domani e nel resto d’Italia da dopodomani. “Per effetto del ciclo economico negativo tra pensionamenti e prepensionamenti hanno lasciato le redazioni oltre mille giornalisti e per la prima volta nel decennio il numero degli iscritti all’Inpgi è diminuito.
Di 280 persone precisamente”, spiega Camporese nell’intervista a “Prima”. Questo aggrava un fenomeno previsto dall’Inpgi già da un decennio, la cosiddetta gobba negativa, cioé un periodo in cui per effetto del non equilibrio tra entrate e uscite, l’istituto avrà grandi difficoltà a pagare le pensioni. “Una fase che partirà all’inizio degli anni Venti e dovrebbe concludersi all’inizio degli anni Quaranta. Ma la situazione non è drammatica. Innanzitutto, perché il patrimonio dell’Inpgi – a oggi 2,3 miliardi di euro – è sufficiente a garantire lo squilibrio tra entrate e uscite”, chiarisce Camporese.
E su come l’Inpgi intende affrontare il problema della “gobba”, Camporese fa sapere che il consiglio di amministrazione ha deciso di affrontare la questione entro il 30 giugno. “A mio parere – spiega – ci sono due o tre leve su cui si potrebbe agire. La prima riguarda i contributi a carico degli editori. Io propongo un aumento graduale prospettico delle aliquote a carico degli editori. Oltre a questa leva puramente economica, si sta valutando di aumentare l’età pensionabile delle donne da 60 a 65 anni. Anche in questo caso è indispensabile la gradualità e sono esclusi i cosiddetti scaloni, cioé passaggi bruschi”.