Disposta dopo la pubblicazione, su ”Il Giornale”, dell’articolo “La doppia morale di Boccassini”

Perquisita la casa della giornalista Anna Maria Greco

Alessandro Sallusti e Nicola Porro

ROMA – “Dalle 9 sono in corso alcune perquisizioni nell’abitazione romana della cronista Anna Maria Greco. A disporle il pubblico ministero Silvia Sereni e, a quanto risulta, il provvedimento è stato ordinato per la presunta violazione dell’articolo 323 del codice penale, quello relativo all’abuso d’ufficio. Sotto la lente della magistratura l’articolo pubblicato giovedì 27 gennaio “La doppia morale della Boccassini”. Un nuovo tentativo di mettere il bavaglio alla libertà di informazione e al Giornale in particolare – si legge in una nota del quotidiano di via Negri – dopo le perquisizioni di pochi mesi fa al direttore, Alessandro Sallusti, al vicedirettore, Nicola Porro, e alla redazione milanese del quotidiano per l’affaire Marcegaglia”.
“I carabinieri – prosegue il comunciato che compaer anche sul sito internet del Giornale – hanno fatto irruzione a casa della giornalista intorno alle 9: hanno sequestrato il computer di Anna Maria Greco e persino quello del figlio della cronista. Perquisizioni sono in corso anche negli uffici della redazione romana”. 

“Per l’ennesima volta la casta dei magistrati mostra il suo volto violento e illiberale”, è il primo commento del direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti.
“La perquisizione nell’abitazione privata della collega Anna Maria Greco, autrice dell’articolo che conteneva sentenze pubbliche del Csm, non solo è un atto intimidatorio, ma una vera e propria aggressione alla persona e alla libertà di stampa. Stupisce – aggiunge Sallusti – che soltanto le notizie non gradite ai magistrati inneschino una simile repressione quando i magistrati stessi diffondono a giornalisti amici e complici atti giudiziari coperti da segreto al solo scopo di infangare politici non graditi”.
“Sono tra coloro ai quali non sono affatto piaciuti il titolo e il pezzo de Il Giornale, nei giorni scorsi, relativi a veri o presunti «atteggiamenti amorosi» della dottoressa Boccassini nel 1982. Credo, infatti, che la vita privata di ognuno non vada mai violata, in nessun caso. Ma, a maggior ragione, esprimo totale solidarietà al quotidiano milanese e alla giornalista Anna Maria Greco per le perquisizioni che sarebbero in corso”. Lo dichiara in una nota Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.

 “Con tutto il rispetto (vero e non ipocrita) per le iniziative della magistratura, a me pare che sia assordante il silenzio di coloro che di solito si mobilitano per la libertà di stampa (purché sia stampa antiberlusconiana), e dei lottatori in servizio permanente effettivo per l’art.21 (purché antiberlusconianamente inteso, si capisce). Cosa avrebbero detto e fatto – conclude Capezzone – se ad essere perquisita fosse stata La Repubblica o una giornalista de L’Espresso?”. (Asca)
Intanto, il consigliere laico della Lega al Csm, Matteo Brigandì, è stato iscritto nel registro degli indagati, per il reato di abuso d’ufficio (art. 323 cp) dalla procura di Roma in relazione all’inchiesta sulla pubblicazione, da parte de “Il Giornale”, di un procedimento disciplinare risalente agli anni ‘80 e poi archiviato che riguardava l’ex pm di Milano, oggi procuratore aggiunto, Ilda Boccassini. Nell’ambito della stessa inchiesta in mattinata il Procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, che coordina l’indagine, ha ordinato una serie di perquisizioni nella redazione romana del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti e nell’abitazione della giornalista Anna Maria Greco. L’indagine a carico di Brigandì è partita da una denuncia da parte dello stesso Consiglio superiore della magistratura.
Il consigliere del Csm, Matteo Brigandì, nei giorni scorsi aveva ammesso di aver visionato il fascicolo sul procedimento disciplinare di Ilda Boccassini e aveva anche aggiunto di averlo restituito agli uffici di Palazzo dei Marescialli dopo pochi minuti escludendo di aver mai passato le carte ai giornalisti de Il Giornale. Inoltre, lo stesso consigliere Brigandì, la settimana scorsa, ha chiesto al vice presidente del Csm, Michele Vietti, di far luce sull’episodio. (Agi)

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