
Mons. Gianfranco Ravasi

Giorgio Napolitano
CITTA’ DEL VATICANO – L’Osservatore Romano è un giornale che si appresta a celebrare i suoi 150 anni di vita. Un giornale, quello della Santa Sede, caratterizzato per il suo “modo di esprimersi calibrato e calcolato”. Ieri pomeriggio, nell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, è stato presentato – davanti al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta – il volume ”Singolarissimo giornale – I 150 anni dell’Osservatore Romano”, curato dall’Ambasciata Italiana e dalla direzione del giornale vaticano.
Davanti a numerosi cardinali e vescovi ha preso la parola il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio culturale, spiegando che la lettura dell’Osservatore Romano “ci permette di situarci nel nostro mondo, anche se un mondo così aggrovigliato”. Ravasi sottolinea come sia “necessario leggere. Il credente non puà avere solo la Bibbia e guardare verso cieli trascendenti e mistici ma deve anche leggere il giornale nel quale verifica, incrocia la sua esistenza”. Il cardinale ricorda come il quotidiano della Santa Sede, oltre “ad essere prezioso punto di osservazione per la politica interna”, ha delle “pagine significative che descrivono la situazione internazionale”.
Insomma, l’Osservatore Romano “è senz’altro una palestra nella quale riuscire ad avere un modo di esprimersi calibrato e calcolato”. All’interno del giornale, nota Ravasi, “si insegna a calibrare la parola, a darle un significato. Insomma all’interno dell’Osservatore troviamo una grande dignità linguistica”. Il giornale, continua l’alto prelato, “non è certo lo specchio del mondo ma anche per il laico può essere lo specchio del mondo in cui preferiremmo vivere. Non solo bieco realismo ma anche un respiro alto dal grande orizzonte”.
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