
L’Uspi, Unione Stampa Periodica Italiana, spiega che, come le precedenti, le nuove tariffe postali sono diversificate per i quotidiani o pubblicazioni con minimo di due uscite a settimana (ai quali si dà l’opportunità di effettuare il decentramento comprensoriale, provinciale ed intraprovinciale) e per gli altri periodici (con decentramento solo comprensoriale), ma viene introdotta una nuova figura: “il giornale locale”, cioè il settimanale, con destinazione per almeno il 90% degli oggetti spediti nella stessa regione in cui è edito, e con caratteristiche analoghe al quotidiano (altezza maggiore o uguale a 38 cm e larghezza superiore o uguale a 28 cm, numero di pagine superiore a 16 per singola pubblicazione). A tale tipologia di prodotto vengono assegnate le tariffe dei quotidiani.
Una novità assoluta, che riguarda tutte le spedizioni postali delle pubblicazioni, indipendentemente dalla periodicità, è invece l’introduzione della distinzione tariffaria per aree geografiche di destinazione degli invii postali. Mutuandola dalla tariffazione della “posta massiva”, vengono introdotte tariffe differenziate a seconda che gli invii postali siano destinati a: 1) Aree metropolitane (AM), appartenenti ai Comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari e Napoli (Cap con terza cifra 1 o 9); 2) capoluoghi di provincia (CP) cioè, le altre città con terza cifra del Cap 1 e 9, diverse dal precedente elenco; 3) Aree Extraurbane (EU), cioè tutte le altre aree di destinazione della corrispondenza individuata dall’insieme dei Cap con terza cifra 0,5 e 8.
E’ chiaro che l’aumento tariffario medio, stimato da Poste intorno al 38%, è minore per le aree metropolitane (24%), sale al 29)% per i capoluoghi di provincia e si attesta al 43% medio per le aree extra-urbane. Confermata, inoltre, la distinzione tariffaria a seconda che il prodotto abbia o meno ottenuto l’omologazione, la prenotazione o l’invio standard. Sono, infatti, pubblicate tre griglie tariffarie diverse a seconda che si tratti di: a) “spedizioni correttamente prelavorate e confezionate di prodotti omologati”; b) “spedizioni correttamente prelavorate e confezionate di prodotti non omologati”; c) “spedizioni che rispettano gli standard di accettazione non prelavorate e confezionate” ai sensi delle lettere a) e b).
In osservanza della direttiva 2008/6/CE, dal 1° gennaio 2011 le tariffe e la disciplina dell’attuale decreto postale sono applicabili anche agli operatori postali abilitati alla fornitura di servizi postali universali sul territorio nazionale diversi dal fornitore del servizio universale (Poste Italiane SpA)
Per quanto riguarda i libri, entrano nel regime delle “tariffe massime applicabili”, determinate dal decreto ministeriale 21 ottobre 2010, i “pieghi di libri”. Restano esclusi dalla previsione del decreto i “pacchi con tariffa ridotta editoriale”, per i quali l’Uspi ha sottoscritto una convenzione con Sda-Express Courier.
Le nuove “tariffe massime” entrano in vigore dal 1° settembre 2010 (determinando, così un conguaglio a favore degli editori che hanno spedito le proprie pubblicazioni da quella data al giorno precedente l’entrata in vigore del decreto) e, con un aumento programamto a settembre 2011, restano applicabili fino al 31 dicembre 2012.
Il decreto interministeriale ha riguardo soltanto alle tariffe di spedizione postale. Pertanto restano confermate la disciplina e le esclusioni dal regime tariffario Roc, introdotti dal DL 353/2003 convertito nella legge 46/2004: ovverosia l’iscrizione al Roc, il tetto pubblicitario del 45% a numero, l’abbonamento oneroso e l’invio (al 50%) direttamente ai destinatari paganti.
Confermate anche le esclusioni (giornali free-press, cataloghi, pubblicazioni di enti pubblici, pubblicazioni postulatorie e pornografiche…) e l’applicazione della tariffa più bassa per quelle pubblicazioni che dichiarano una tiratura inferiore alle ventimila copie a numero.
Un’ultima avvertenza: riguardo al nuovo regime tariffario Roc, l’Uspi ricorda che l’articolo 2, comma 2-undecies, del DL 40/2010, convertito nella legge 73/2010 ha escluso dalla ex “tariffa no-profit” le pubblicazioni delle associazioni politiche, dei sindacati, dagli ordini professionali, delle associazioni professionali di categoria e delle associazioni d’arma e combattentistiche. Ora queste pubblicazioni, se hanno i requisiti sopra descritti, devono chiedere l’applicazione della nuova “Tariffa Roc”, non potendo più accedere alla nuova “Tariffa no-profit” quando verrà determinata dai ministeri competenti. Il decreto Le tariffe