Le avvisaglie di guerra tra Nord e Sud spingono il governo ad evacuare l’isola di Yeonpeyong

La Corea invita i giornalisti ad andarsene

SEUL – Sono cominciate stamani nel Mar Giallo, in una situazione di estrema tensione, le manovre militari navali fra Stati Uniti e Corea del Sud, cui partecipa anche la portaerei a propulsione nucleare americana George Washington, che trasporta quasi 6.000 uomini e 75 jet da combattimento.
Colpi di cannone provenienti dalla Corea del Nord sono stati uditi vicino all’isola sudcoreana di Yeonpyeong – già attaccata martedì scorso – poco dopo l’inizio delle esercitazioni. In precedenza, secondo l’agenzia sudcoreana Yonhap, i nordcoreani hanno piazzato missili terra-terra e terra-aria sulle rampe di lancio nei pressi della frontiera. E tramite la Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale,  Pyongyang ha minacciato una risposta “senza pietà” a ogni “provocazione” e “violazione” delle proprie acque territoriali.
Il comando militare di Seul ha dato e in rapida successione revocato l’ordine ai residenti di Yeonpyeong di recarsi nei rifugi. L’isola è stata bersagliata martedì dall’artiglieria nordcoreana, nel primo bombardamento contro il territorio del Sud dopo la fine della guerra del 1950-53. Nell’attacco sono stati uccisi quattro sudcoreani, due marines e due civili.
Pyongyang ha tuonato già ieri contro le manovre, affermando che potrebbero portare a “conseguenze imprevedibili”. Gli Usa hanno affermato che le esercitazioni hanno lo scopo di “rafforzare la deterrenza” verso Pyongyang. La Cina, principale alleata della Corea del Nord, ha condannato le manovre e ha lanciato un’intensa attività diplomatica nel tentativo di ricomporre la crisi.
L’incontro di emergenza a Pechino proposto dal governo cinese per gli inizi di dicembre, “non significa ripresa dei colloqui a sei”. Lo ha detto a Pechino in conferenza stampa l’inviato speciale del governo cinese per la penisola coreana, Wu Dawei. “La proposta di Pechino – ha detto Wu – formulata dopo attenti studi, intende riunire i capi delle delegazioni del gruppo dei sei paesi, per scambiarci vedute sulle questioni che oggi danno più preoccupazione”.
Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha affermato che il momento “non è adatto per riprendere i colloqui a sei come proposto dalla Cina. In un flash l’agenzia Yonhap afferma che secondo il presidente “il momento non è favorevole per una tornata dei colloqui a sei”. Pechino, nel lanciare la proposta, ha sottolineato che non si tratta di una “ripresa” dei colloqui ma di una “riunione straordinaria”, da tenersi nel giro di pochi giorni. Ai colloqui a sei partecipano le due Coree, gli Usa, la Cina, il Giappone e la Russia.
Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha chiesto a Pechino una posizione “più equilibrata”. Lee ha ricevuto oggi Dai Bingguo, il massimo responsabile cinese per la Corea. Dai ha affermato che la Cina è “impegnata a cercare di impedire che la situazione nella penisola coreana si deteriori”.
Intanto, il ministero della difesa sudcoreano ha invitato i giornalisti che si trovano sull’isola di Yeonpeyong ad abbandonarla perché la situazione “é brutta”. Fonti militari hanno affermato oggi di aver udito dei colpi di cannone provenire da oltre la frontiera della Corea del Nord, che è visibile dall’isola. Yeonpyeong è stata investita martedì scorso dai colpi dell’artiglieria nordcoreana, che hanno causato la morte di quattro persone. In precedenza, Seul aveva avvertito che l’ esercito nordcoreano ha schierato missili terra-terra e terra-aria nei pressi della frontiera. Dopo il bombardamento quasi tutti i 1700 residenti dell’isola sono stati evacuati e solo una ventina sono rimasti. Un ordine di recarsi nei rifugi è stato prima lanciato, poi revocato oggi dal comando sudcoreano.

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