
Il Parlamento Europeo a Strasburgo
STRASBURGO – Televisioni e radio dei servizi pubblici devono essere “più indipendenti” ed avere “un supporto finanziario più consistente”: lo chiede il Parlamento europeo che ieri, in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato, a travolgente maggioranza (522 sì, 22 no e 62 astenuti), una risoluzione con la quale chiede alla Commissione europea un intervento per garantire appunto l’indipendenza delle emittenti pubbliche.
Nel testo della risoluzione, preparato dal relatore belga Ivo Belet, non sono indicati specifici Paesi, ma è scritto che “le emittenti pubbliche in alcuni Stati membri sono confrontate a problemi fondamentali che ne pregiudicano l’indipendenza politica, la sopravvivenza e persino la base finanziaria”.
E David Sassoli, capogruppo del Pd all’Europarlamento, osserva che “evidentemente l’Italia è il primo paese al quale si pensa”. “Da noi – aggiunge Sassoli – il problema non è nemmeno nella politica ma addirittura nelle leggi, visto che la ‘Gasparri’ stona con le indicazioni contenute nella risoluzione approvata oggi”.
La risoluzione invita gli Stati membri a “porre fine alle interferenze politiche relative ai contenuti dei servizi offerti dalle emittenti di servizio pubblico”, sottolineando che i valori europei della libertà di espressione, pluralismo dei media e indipendenza, insieme al finanziamento dei media pubblici, dovrebbero essere “priorità” per tutti i paesi europei.
Il Parlamento suggerisce inoltre di conferire all’Osservatorio europeo dell’audiovisivo “il mandato, affiancato dalle risorse necessarie, di raccogliere dati e realizzare ricerche” su come gli Stati membri applichino il principio di non interferenza, insistendo che i governi “dovrebbero essere chiamati a rispondere del mancato rispetto degli impegni”.
Allo stesso tempo, i deputati chiedono di garantire “una proprietà trasparente delle emittenti private e invitano la Commissione a monitorare e sostenere i progressi in tal senso”. Nel testo, inoltre, i governi nazionali sono invitati ad “assicurare finanziamenti adeguati, proporzionati e costanti ai media di servizio pubblico affinché questi ultimi siano in grado di assolvere alla propria missione, di garantirne l’indipendenza politica ed economica”.
Non manca l’invito a tenere conto delle potenzialità della rete, chiedendo alle emittenti del servizio pubblico di offrire contenuti online di qualità per rivolgersi ai giovani che accedono ai media quasi esclusivamente su internet.