La Cassazione rigetta il ricorso sull’inchiesta dei giornalisti Brindani e Magosso

Delitto Tobagi: condanne confermate

Walter Tobagi

ROMA – La Corte di Cassazione, quinta sezione penale, ha rigettato il ricorso dei giornalisti Umberto Brindani e Renzo Magosso confermando la condanna della corte d’appello di Milano per l’inchiesta svolta sull’assassinio del giornalista Walter Tobagi. Magosso aveva intervistato nel giugno del 2004 l’ex brigadiere dei carabinieri Dario Covolo, nome in codice “Ciondolo”, che aveva il compito di raccogliere tutte le notizie che gli forniva l’informatore-terrorista Rocco Ricciardi. Covolo ha confermato in aula che Ricciardi gli fece con sei mesi di anticipo rispetto al delitto, il nome di Marco Barbone, il killer che poi ha ucciso il giornalista del Corriere della Sera il 28 maggio 1980.
Nel dibattimento in Cassazione, l’avvocato Gian Piero Biancolella ha ribadito che “Il diritto di cronaca in questo caso è più che evidente: Magosso non si è limitato a raccogliere e a credere acriticamente alla testimonianza di Covolo. Fu proprio Magosso a indicare Marco Barbone come killer di Tobagi subito dopo il suo arresto, ben 10 giorni prima che il terrorista confessasse il delitto”.
L’avvocato ha aggiunto che Magosso “nel suo articolo indicò anche Varese come teatro delle successive indagini. Non a caso: Rocco Ricciardi abitava a Varese. Magosso ha chiarito che fu l’allora capitano Bonaventura a dargli la notizia, ben tre mesi prima dell’arresto di Barbone. Dicendogli: ‘l’informazione è giusta, viene da Varese. Ma c’è un’altra nuova prova: in dibattimento, nel processo del 2007, il generale Niccolò Bozzo, all’epoca dei fatti braccio destro del generale Dalla Chiesa, ha esibito un documento, redatto da Bonaventura, nel quale si diceva chiaramente che appena sei giorni dopo il delitto Tobagi, ovvero a inizio giugno 1980, i carabinieri pedinavano e intercettavano proprio Marco Barbone che invece venne arrestato il 25 settembre, ben quattro mesi dopo”.


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