CAGLIARI – Si è conclusa con un rinvio all’11 gennaio prossimo l’udienza per l’avvio della procedura fallimentare del gruppo editoriale Epolis, sollecitata dall’imprenditore ed ex editore dell’Unione Sarda, Nichi Grauso, e dalla sorella Rita, che risultano tra i creditori della società per 300 mila euro di affitti non pagati.
In tribunale erano presente una ventina di giornalisti del gruppo che pubblicava 19 giornali in tutta Italia, accompagnati dal presidente dell’Associazione della stampa sarda, Francesco Birocchi. Davanti al giudice fallimentare, l’editore Alberto Rigotti si è presentato con il rappresentante del gruppo Pensiero Italia, che avrebbe manifestato interesse ad accollarsi il debito di 108 milioni di euro. Epolis spa, secondo la proposta di Rigotti, verrebbe liquidata, la nuova società avrebbe in cambio il marchio Epolis e i vari loghi collegati, da affittare o vendere a soggetti privati sul territorio regionale. Sempre secondo l’editore, ci sarebbero già imprenditori interessati a rilevare il marchio, per esempio in Puglia.
Il piano dell’editore deve avere il via libera dei principali creditori del gruppo, a partire dallo stampatore, mentre l’Assostampa sarda chiede che prima di tutto vengano pagati gli stipendi arretrati e regolarizzata la situazione contributiva, con la Casagit e il trattamento di fine rapporto. Il giudice ha rinviato l’udienza a gennaio, nel frattempo Rigotti dovrà presentare i bilanci della società e documentazione sull’indebitamento.
“Prendiamo atto”, ha commentato Birocchi, “che gli impegni non sono stati mantenuti. Osserviamo da spettatori quanto sta avvenendo nella società, ma non c’è nulla che per ora ci incoraggi a credere a queste nuove operazioni da parte dell’editore”.
L’11 gennaio l’udienza sollecitata dall’ex imprenditore Grauso e dalla sorella Rita