Basta con le guerre minacciate - I consiglieri nazionali non servono solo ad alzare la mano

“Odg: Iacopino ha imposto il bavaglio”

Enzo Iacopino

Giorgio Balzoni (consigliere nazionale Ordine dei giornalisti)

Con la più grande serenità del mondo intendo dire basta al tentativo di alcuni di ridurre il Consiglio Nazionale dell’Ordine ad un campo di battaglia. Ho chiesto il sostegno dei colleghi che mi hanno eletto per dare un contributo al miglioramento e al rinnovamento dell’Ordine: capisco che per qualcuno questo possa significare vedere messo in discussione qualche pezzetto di potere ma non cadrò nella trappola degli insulti e delle bugie.
Allora prendo le mosse da una pubblicazione del collega Abruzzo che fa riferimento anche ad una lettera del presidente dell’Ordine, Iacopino.
Intanto pretendo che non mi si etichetti come giornalista di sinistra: come voto lo so soltanto io e se qualcuno (che fa il giornalista e che per questo dovrebbe essere informato e contribuire ad informare) si prendesse la briga di studiare un po’ della mia storia capirebbe che è un’etichetta sbagliata.
Poi mi chiedo: se siamo minoranza, come abbiamo fatto a“invadere” il comitato esecutivo e “presidiare i posti-chiave delle commissioni”? Forse solo perché abbiamo presentato nomi stimati da tutta la categoria? O forse perché le proposte che abbiamo presentato sono state degne di riconoscimento? In tutti e due i casi mi sembra il massimo esercizio di democrazia.
E poi che significa il passaggio della lettera in cui Iacopino “intende riaffermare il rispetto degli equilibri, dei ruoli e delle proporzioni”? Il fatto che chi ha sostenuto la mia candidatura a presidente riconosca che quella candidatura ha preso un terzo dei voti non significa che per questo rinunci a confrontarsi, discutere e magari raccogliere consensi su iniziative diverse da quelle di chi ha votato per altri candidati. Sono il primo a riconoscere la presidenza di Enzo Iacopino ma rivendico la mia libertà di azione. Anche in Parlamento – come dimostrano bene gli eventi di questi giorni – gli eletti sono liberi di votare, a prescindere dall’appartenenza di gruppo: si vuole introdurre il voto obbligato nell’Ordine? E a quale gruppo dovrei iscrivermi io? E Iacopino?
Agli obblighi di legalità siamo tutti ossequienti ed è inutile quindi che qualcuno ce lo ricordi.
Quanto poi all’insinuazione che Ghirra costi troppo all’Ordine per via di sue presenze ingiustificate a Roma, condivido la scelta del Segretario (cui confermo la mia stima profonda) di querelare Abruzzo per ripristinare la verità sostanziale dei fatti. Quanto poi alla tesi che il Segretario dovrebbe attenersi soltanto a tenere il verbale delle sedute del CN ho qualche perplessità: non credo che il CN si autorganizzi senza il contributo degli uomini deputati a farlo e solo nel giorno della convocazione! E a proposito: il consigliere nazionale cosa fa? Si limita ad alzare la mano nel giorno in cui si vota? Del resto per capire quale ruolo “politico” importante svolge il Segretario sarebbe sufficiente chiederlo all’attuale Presidente che per tre anni ha gestito con grande impegno di presenza l’Ordine.
Ecco la profonda differenza tra chi intende l’Ordine come un organismo decotto, terreno di scontro fra aspiranti legulei e chi intende, come me, dare all’Ordine il respiro di un organismo che deve affrontare i grandi temi della professione guardando innanzitutto alla rivoluzione che si va realizzando sotto i nostri occhi (di cui pagano il prezzo innanzitutto le giovani generazioni, i free lance di cui tanto ci riempiamo la bocca, su cui dovremmo non più interrogarci ma agire) e che a tutt’oggi, con la nuova consiliatura, ancora non si è avuto il tempo di discutere!
Un’ultima notazione. In un secondo intervento (relativo alla nota di Ghirra sul caso Masi, cancellata d’imperio sul sito dell’Ordine al quale evidentemente il Presidente ha deciso di imporre il bavaglio) sempre sulla pubblicazione di Abruzzo ci si felicita per il fatto che “finalmente il presidente ha tirato fuori gli attributi” mostrando un nervosismo eccessivo per un collega che si sente parte di una maggioranza così ampia: perché? Non vorrei che si parlasse a nuora (a noi) perché la suocera (il presidente?) intendesse.
E’ chiaro,dunque, che mi aspetto dal Presidente – sempre puntuale nel far osservare le regole e “stufo di verità urlate e di insulti” – un chiarimento pubblico.
Giorgio Balzoni
consigliere nazionale Ordine dei giornalisti
“Liberiamo l’informazione”

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