I giornalisti in stato di agitazione affidano al Cdr una nuova iniziativa di lotta

Altri 5 giorni di sciopero a l’Unità

ROMA – La redazione dell’Unità giudica “irricevibile la lettera con la quale l’azienda annuncia la sospensione delle pubblicazioni delle edizioni della Toscana e dell’Emilia Romagna a partire dal prossimo 15 ottobre” e perciò “conferma lo stato di agitazione e consegna al comitato di redazione un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sciopero”. E’ quanto è emerso dall’assemblea riunitasi ieri alla presenza del segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa, Giovanni Rossi, e del segretario dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini.
Sono stati già due i giorni di sciopero, il 17 e 18 settembre scorsi, votati all’unanimità dall’assemblea dei giornalisti contro la decisione dell’azienda e dell’editore di sospendere, a partire dal 15 ottobre, la pubblicazione delle pagine dell’Emilia Romagna e della Toscana.
Decisione, questa, spiegano i giornalisti, assunta “proprio mentre in una lettera, datata 15 settembre, l’azienda aveva confermato al comitato di redazione la decisione di sospendere a partire dal 15 ottobre «la stampa e pubblicazione delle cronache locali», motivandola con la diminuzione della raccolta pubblicitaria locale e con un margine negativo di 1 milione e 370mila euro. I giornalisti hanno, quindi, dato mandato alla Fieg di predisporre un tavolo con il ministero del Lavoro e le organizzazioni sindacali, mentre la Federazione Nazionale della Stampa ha già avvertito che così si mette a rischio «la stessa sopravvivenza del giornale». 

Nel comunicato del comitato di redazione, la denuncia che la “politica miope dei tagli nella quale persevera l’editore Renato Soru, che da tempo è indisponibile a nuovi investimenti – mentre non vengono smentite voci di nuovi iniziative editoriali in Sardegna – colpisce l’area storica di radicamento e diffusione della nostra testata. La crisi che investe il giornale non può essere scaricata ulteriormente su una redazione che si è già fatta carico di enormi sacrifici”. ”
Per il Cdr “è arrivato il momento di dire basta a scelte contraddittorie e sbagliate, che indeboliscono il prodotto e colpiscono la diffusione del giornale. I ripetuti richiami del sindacato e della redazione sono rimasti finora inascoltati. 
Ai quasi 50 giornalisti, tra cui molti giovani colleghi, che non fanno più parte dell’organico in virtù dello stato di crisi, si aggiunge oggi la prospettiva concreta di altri 11 redattori che rischiano il posto di lavoro. L’editore deve esserne consapevole: colpendo le redazioni della Toscana e dell’Emilia Romagna si assume l’intera responsabilità di mettere in discussione l’esistenza stessa del quotidiano fondato da Antonio Gramsci”.

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