La più grande regione editoriale, negli ultimi due anni, ha seriamente impegnato il sindacato dei giornalisti

Giornalisti: Lombardia tra crisi e vertenze

Giovanni Negri (presidente Alg)

MILANO – Dopo la pausa estiva, è ripresa a pieno ritmo l’attività sindacale. L’Associazione Lombarda dei giornalisti ha affrontato con i CdR la vertenza di Nuova Periodici, società già in stato di crisi e ora messa in liquidazione, e quella di Rete 55 per il rinnovo della Cassa integrazione in deroga per l’emittente varesina. Il 3 settembre è stata la volta del Giornale che ha presentato la richiesta di stato di crisi che vede coinvolti 22 colleghi art. 1 tra Milano, Roma e Genova, in più è previsto un drastico taglio di art.12 e art. 2.

Giovanni Negri

Il 2009 e il 2010 sono stati gli anni delle grandi ristrutturazioni dovute a una crisi gigantesca che ha riguardato tutti. Dai colossi della carta stampata come Mondadori, Rcs, Espresso-Repubblica, ai periodici di medie e piccole dimensioni; dai giornali di provincia agli organi di partito, compresi i media radio-tv che non hanno ammortizzatori sociali e quindi si deve ricorrere ad accordi in deroga.
Secondo i dati di bilancio Inpgi sono oltre 400 i casi già decretati dal Ministero del Lavoro nel biennio 2010-2011. Se si aggiungono i dati 2009 e quelli ancora in corso e in più la Cassa integrazione per chi non ha i requisiti del prepensionamento, e i Contratti di solidarietà, c’è da dire che non aveva sbagliato il segretario Fnsi, Franco Siddi, quando un anno e mezzo fa disse che la crisi avrebbe colpito non meno di 700 giornalisti.
Il tempestivo intervento di Fnsi e Inpgi ha permesso di estendere anche ai giornalisti dei periodici la possibilità dei prepensionamenti, grazie alla modifica della legge che prima prevedeva il trattamento esclusivamente per i quotidiani e le agenzie di stampa. Non solo, l’Inpgi ha eliminato gli abbattimenti sui pensionamenti anticipati per evitare a questi colleghi di lasciare le loro aziende con pensioni falcidiate. Inoltre, l’attività congiunta Fnsi-Inpgi ha fatto sì che il governo abbia stanziato 20 milioni di euro l’anno per far fronte al costo dei prepensionamenti, a cui bisogna aggiungere il 30 per cento dei costi di prepensionamento a carico degli editori.
In Lombardia gli effetti della crisi sono stati pesantissimi soprattutto nell’editoria tradizionale. Nel dettaglio la lunga lista di ricorso alla legge 416 comincia a gennaio 2009, con la chiusura di Tutto Turismo, storica testata Domus.  Il 21 gennaio 2009 si affronta il piano di riorganizzazione dell’Agenzia Italia che si conclude al Ministero con un accordo per 19 esuberi. Al Grh, Il Gambero Rosso, sono 3 i colleghi in Cigs per 12 mesi. A seguire c’è il piano di crisi dell’Unità: saranno 17 i colleghi ad accedere alla Cigs. A marzo si affronta la crisi al Touring con la fuoruscita di 17 lavoratori tra cui 1 giornalista.
Il 15 luglio si raggiunge l’accordo per la Nuova Periodici che prevede la Cigs per 4 colleghi. A seguire si firma la Cigs per 2 colleghi a Maxim. Il 30 luglio per la crisi a La Prealpina si sottoscrive l’accordo per 8 esuberi, su 10 richiesti. La Provincia di Como presenta un piano per 9 esuberi, alla fine si firma per 3. L’Eco di Bergamo richiede 8 prepensionamenti, l’accordo dimezza la richiesta e si sottoscrive per 4 giornalisti.
Il 9 settembre arriva il più consistente tra i piani di riorganizzazione che riguardano i quotidiani. Si tratta di la Repubblica: l’accordo al Ministero prevede esodi per 84 giornalisti nell’arco di 12 mesi. C’è da dire che il piano presentato prevedeva 102 eccedenze da gestire in 24 mesi. All’Espresso l’accordo riguarda 8 giornalisti. Alla Mag Editoriale DNews è in corso la solidarietà per tutti i 25 giornalisti, compreso il direttore. La multinazionale Elsevier (Corriere del Medico) avvia le procedure di stato di crisi, risolta dopo mesi con una gestione condivisa.
Dopo la Repubblica arrivano gli stati di crisi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Il 16 novembre l’accordo al Ministero prevede 47 esodi al Corriere, e 20 alla Gazzetta, ma tutti hanno il requisito della volontarietà piena, unici nel panorama editoriale. Rcs Periodici aveva annunciato la crisi prima dell’estate con la richiesta di 92 esuberi. L’11 novembre si raggiunge l’accordo per 34 colleghi che accederanno gradualmente ai prepensionamenti passando per la Cigs. Il 25 novembre si sottoscrive l’accordo con le Edizioni San Paolo: a Famiglia Cristiana ci sono 7 esuberi contro una richiesta di 11.
Il 14 ottobre l’Arnoldo Mondadori (Ame) avvia un piano di riorganizzazione con la richiesta di oltre 100 esuberi: l’accordo si chiude il 17 novembre al Ministero per 82 di cui 52 prepensionamenti graduali e 10 pensionamenti di vecchiaia. Per chi non ha i requisiti, nessuna cassa integrazione ma esodo solo volontario. Va aggiunta la crisi delle consociate Aci Mondadori, Hearst e Rodale che riguarda 16 giornalisti: 5 sono usciti volontariamente, gli altri sono stati ricollocati nella casa madre. A Metro i prepensionamenti sono 2.
L’accordo per Hachette prevede 17 esuberi (a fronte di una richiesta di 22 eccedenze anche per effetto della chiusura di Gente Viaggi e della struttura Nuovi Progetti), con la Cassa integrazione a rotazione per tutti i giornalisti di Hachette dal 16 novembre 2009 al 15 maggio 2010, con lo scivolo che favorisce i prepensionamenti, e con l’impegno di ricollocazione per i colleghi che non hanno più lavoro per chiusura di testate e unità produttive. A Radio Popolare il 16 novembre l’accordo prevede la Cassa integrazione in deroga per 4 colleghi, che ha un’incidenza del 10 per cento sull’orario di lavoro.
L’agenzia Ansa presenta un piano di 70 esuberi: si raggiunge l’accordo per 55, tutti prepensionabili. L’Editoriale Nord, editore della Padania, al termine dei due anni di Cigs ne ha proposto il rinnovo negando ancora il principio della rotazione. Il sindacato si è rifiutato di firmare qualsiasi accordo. L’azienda ha presentato ugualmente il secondo piano di crisi al Ministero che ha concesso ancora la Cassa integrazione. L’accordo sottoscritto al Ministero del Lavoro per il piano di crisi dell’Editoriale Domus prevede la Cigs per 18 giornalisti con lo scivolo per i prepensionamenti. Anche il Sole24Ore ha richiesto lo stato di crisi e la vertenza si è chiusa con il pensionamento anticipato di 31 giornalisti. 24Ore-Business, periodici specializzati dello stesso gruppo del giornale di Confindustria, ha proceduto a cedere 4 testate ai sensi dell’art.47 legge 428, che hanno interessato 5 giornalisti. Edisport: l’accordo firmato prevede il Contratto di solidarietà per 37 giornalisti. Anche per Gruner und Jahr si è ricorsi al Contratto di solidarietà per  tutti i giornalisti. Trattativa infinita quella di Quadratum, con l’editore che  decide di chiudere Viaggi e Sapori e di ridimensionare la redazione di Rolling Stone. L’accordo firmato al Ministero sancisce la Cigs a rotazione per 42 colleghi.
Queste le principali vertenze, ma ce ne sono state altre importanti quali Red Business, Il Giornale di Bergamo, Telereporter, Ariete. E ancora: Food, Mgm. E poi trattative non strettamente legate allo stato di crisi  come per la  Giornali Associati dell’editore Caso, società fallita, con i proprietari arrestati dalla Guardia di Finanza. Ora il fallimento è gestito dal curatore, che ha sede a Roma, in stretto contatto con gli avvocati dell’Alg. Altra situazione di fallimento è quella di Today (Acacia). E poi le vertenze per mancato rispetto del contratto e delle leggi o di situazioni precarie, come è accaduto alle Edizioni Mimosa (Stop) dove il giudice del lavoro ha reintegrato 5 colleghi (ma la testata è stata ceduta), Betting Channel, emittente di Stezzano (Bg), La Traccia. E ancora, lo scorporo delle attività radiofoniche di AGR, l’agenzia multimediale del Gruppo Rcs, che ha poi assunto il nome di Rcd; la gestione della riorganizzazione a All Music (Gruppo Espresso -Repubblica), la trattativa con Sky per la stabilizzazione dei precari.
Un elenco lunghissimo e incompleto che testimonia il lavoro impegnativo, ingrato, svolto da Comitati di redazione, Alg e Fnsi, soprattutto per contestare la quantità di esuberi che le aziende chiedevano per ridurre il costo del lavoro. Il metodo era semplice: ogni azienda controllava l’anagrafe dei colleghi,  e poi “dava i numeri”. Il sindacato si è preoccupato di verificare i requisiti di legge, i bilanci certificati, l’organizzazione del lavoro, gli investimenti indispensabili per lo sviluppo soprattutto sull’on line.
Gli accordi, tutti, hanno passato il vaglio delle assemblee generali dove i colleghi hanno votato. Si è trattato di una grande prova di democrazia, responsabilità, solidarietà.
Ora si dovrà procedere alle verifiche come stabilito negli accordi. Per settembre sono in calendario quelle di Domus, La Prealpina e di seguito tutte le altre. E poi ancora stati crisi, come quelli in corso alla Nuova Periodici e al Giornale.

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