Il direttore generale, Mauro Masi, ammonisce i direttori di rete e di testata - Stop al pubblico attivo

«Programmi Rai con le mie regole o li chiudo»

Mauro Masi

ROMA – I programmi Rai dovranno essere conformi alle schede di proposta coerenti con i palinsesti approvati con tutti gli elementi di informazione necessari, altrimenti potrebbero essere sospesi d’ufficio. Lo scrive il direttore generale del servizi pubblico televisivo, Mauro Masi, in una circolare inviata ai direttori di rete, testata e per conoscenza ai vice direttori generali e diffusa oggi dal portavoce di Articolo 21, Beppe Giulietti.
Nella circolare si afferma che “si registra con sempre maggiore frequenza il mancato inserimento nelle schede proposta programmi degli elementi costitutivi e, in particolar modo, si registra l’incompletezza relativa alla sinossi ed alle connesse informazioni editoriali sul programma da realizzare e/o da acquistare”. Per questo, per “consentire alla direzione generale e alle vicedirezioni generali competenti l’approvazione delle schede proposta del programma avendo piena conoscenza di tutti gli elementi editoriali, si invitano le direzioni a predisporre le schede in questione complete dei dati e delle informazioni necessarie con l’obiettivo di evitare che l’incompletezza ol’assenza di informazioni richieste possa comportare la mancata approvazione delle medesime. E’ inutile sottolineare che le schede devono essere puntualmente e integralmente coerenti con i palinsesti approvati (peraltro all’unanimità) dal Consiglio di amministrazione”.
Nella circolare si afferma poi che “la realizzazione concreta dei programmi dovrà poi essere integralmente corrispondente alle schede approvate. In caso contrario il programma potrà essere sospeso d’ufficio”.
Masi richiama poi ad una “fattiva attenzione per il rispetto delle fasce orarie di tutela dei minori come da normativa vigente”, nell’ipotesi di “ripetute ed acclarate violazioni si potrà procedere d’ufficio alla sospensione del programma interessato”.
Inoltre, conclude il dg, come già richiamato più volte anche dai suoi predecessori Cappon e Cattaneo, “a partire dal prossimo palinsesto autunnale nei programmi di approfondimento non dovrà essere consentito l’utilizzo del pubblico presente in sala come ‘parte attiva’ del programma stesso”.

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