ROMA – Ore drammatiche ad Epolis. I giornalisti hanno occupato la redazione di Cagliari e si sono riuniti in assemblea permanente. La decisione è stata assunta a seguito della notizia dello sfratto esecutivo notificato ad Epolis dalla sorella dell’ex editore Nicola Grauso, proprietaria dei locali. L’ordine di sgombrare la redazione è stato comunicato ai dipendenti per e-mail.
A Roma, intanto, la Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa esamina la proposta dell’editore incaricato, Alberto Rigotti, che ha chiesto un incontro per discutere sul piano di ristrutturazione.
I 131 giornalisti delle 19 edizioni del giornale free press, oltre ad altrettanti collaboratori e lavoratori, da mesi sono costretti a fare i conti con stipendi a singhiozzo e pesanti arretrati.
Inoltre, da mesi non vengono versati i contributi all’Inpgi, alla Casgit ed al Fondo complementare.
Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha dichiarato che, prima di un’eventuale apertura del tavolo nazionale di confronto con l’azienda, la Giunta esecutiva, con i presidenti delle Associazioni di stampa, dovrà definire la linea d’intervento con i colleghi delle redazioni di Epolis.
All’assemblea di Cagliari ha partecipato il presidente dell’Associazione Stampa Sarda, Francesco Birocchi, il quale ha fatto proprio l’appello lanciato dai giornalisti alle forze politiche e sindacali per aiutarli ad evitare lo sgombero. Il Consiglio direttivo dell’Assostampa si riunirà lunedì prossimo con il Comitato di redazione per esaminare la situazione e assumere, di concerto con la Fnsi, le opportune iniziative, in attesa di un incontro
con l’editore.
”La situazione è sempre più grave – denuncia Marco Mostallino del Cdr – non prendiamo lo stipendio da tre mesi, non sappiamo se siamo al lavoro o in ferie. L’azienda non ha mai
versato i fondi del Tfr e ora arriva questo sgombero. Tra giornalisti, poligrafici e amministrativi ci sono 200 posti di lavoro a rischio. Ci auguriamo che E Polis non abbandoni la Sardegna, anche perché dalla Sfirs (società finanziaria della Regione Sardegna), ha ricevuto 3 milioni di euro. Non vorrei che si tornasse agli anni ’70, quando qualche imprenditore prendeva i soldi della Regione e scappava via lasciando debiti e disoccupazione”.